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PALAZZO DEI BRUZI

Consiglio comunale Cosenza, seduta farsa: rimandata l’approvazione del bilancio

L’“Aventino” del centrodestra: non risponde all’appello per non garantire il numero legale. Ma il segnale per il sindaco arriva dalla sua maggioranza

Pubblicato il: 19/12/2025 – 17:43
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Consiglio comunale Cosenza, seduta farsa: rimandata l’approvazione del bilancio

COSENZA L’appello, la riunione di maggioranza, il rinvio della seduta: tutto rimandato, tanto il bilancio si può votare entro il 28 febbraio 2026 (sebbene la proroga sarà approvata dal ministero solo a fine dicembre). In 15, infatti, non si può procedere: ne servono 17 per votare qualsiasi pratica di bilancio.
L’uomo della strada potrebbe dire: i consiglieri si sono presi il gettone (e non avrebbe torto).
Ma il passaggio non è certo solo formale bensì sostanziale e politico: da una parte l’amministrazione – che da sempre aveva fatto vanto di approvare il bilancio abbondantemente prima dei termini previsti – stavolta deve auto-infliggersi uno stop per quelle che hanno tutto l’aspetto (qui il secondo punto) di una frattura interna alla maggioranza.
Se da un lato il centrodestra ha compattamente mandato il segnale di non voler partecipare alla seduta – presenziando ma nei corridoi, per non rispondere all’appello – dall’altro nei banchi del centrosinistra si notava qualche assenza rumorosa, per usare un eufemismo: Francesco Alimena in primis (la giustificazione è legata a motivi di salute ma ufficialmente è stato così solo per Bianca Rende), però nella maggioranza mancavano anche il dem D’Antonio e i socialisti Costanzo e Savastano.
La minoranza dunque è rimasta fuori ad assistere allo spettacolo, e Giuseppe d’Ippolito (FdI) gongolava incassando il risultato: «Il centrodestra c’era ma non ha risposto all’appello per non garantire il numero legale: oggi viene certificato che questa amministrazione è allo sbando, e che noi non siamo le loro stampelle ma facciamo opposizione seria, intransigente e coerente».
La giunta – e il sindaco, che non si è fatto vedere per evitare figuracce – non ha il controllo sulla sua maggioranza: questo il ragionamento fuori dai denti della pattuglia di minoranza: Caruso e il centrosinistra non governano i loro 19 “soldati”.

I motivi della rottura e Covelli nel “mirino”

I motivi della frattura politica vanno ricercati anche stavolta nel ruolo del Pd – che ha un assessore “pesante” in giunta come Damiano Covelli ma sul quale si addensano le nubi di chi ne chiede la rimozione per vicende legate alle ultime Regionali– e in particolare dell’ala che fa riferimento al circolo Zuccarelli (semplifichiamo: area Adamo, sconfitta all’ultimo congresso provinciale) cui non è andata giù la non elezione di Enza Bruno Bossio, battuta da Rosellina Madeo (sulla vicenda pende anche un ricorso).
È chiaro che l’assenza di Alimena – espressione di quel circolo e di quell’area dem – sia un segnale forte per il sindaco che non vuole mettere mano alla giunta per rilancio e cambio di passo, lo stesso richiesto a più voci dai dem “adamiani” da quasi un anno e rilanciato dopo la batosta di inizio ottobre.
Gli scossoni a Palazzo dei Bruzi però anche di metodo e contenuti, che potrebbero ricondursi ad esempio a una recente riunione di maggioranza in cui qualcuno non ha nascosto “mal di pancia” per le ipotesi di un project financing che assegna i parcheggi per 25 anni a Saba, come concessionario esclusivo, e di una cava (dei fratelli Amato) da ospitare a Sant’Ippolito (senza valutazione d’impatto).  
Allo stato, il bilancio sarebbe approvato con numeri risicatissimi: Caruso dovrebbe puntare su 5 Stelle e lista De Cicco, che però non hanno consiglieri (Gigliotti e Puzzo, come noto, hanno rotto con l’assessore e oggi consigliere regionale). Sullo sfondo, una ricandidatura di Franz Caruso al 2027 in bilico – laddove alla Provincia sembra sfumata se si collega al milleproroghe la tempistica incrociata Palazzo dei Bruzi / Palazzo del Governo. (euf)

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