Giovanni Calabrese e il sogno di un rimbalzo quantico
«L’orgoglio di appartenenza dovrà guidare la Calabria nel rendere storia, cultura e paesaggi strumenti concreti di crescita e opportunità»

Giovanni Calabrese viene dalla Locride, terra di suggestioni millenarie e storicamente riconosciuta come pioniera nella codificazione scritta delle leggi. Uomo pragmatico, ma capace di guardare oltre l’orizzonte, ha guidato come sindaco una terra che sa affascinare ma assai complessa, vivendo sulla sua pelle tutte le contraddizioni della restanza. Figura emergente di Fratelli d’Italia, con un percorso politico in rapida ascesa, torna in Regione con deleghe decisive per il futuro della Calabria e pronto a tradurre in azione concreta le questioni spinose che ne segnano il destino. Nella seconda legislatura del governo Occhiuto si muove tra rigore e ambizione, immaginando un vero e proprio “rimbalzo quantico”, capace di trasformare le vicende irrisolte in leve di opportunità tangibili.
Quali sono, a suo giudizio, le principali sfide politiche che la coalizione di governo regionale dovrà affrontare in questa seconda legislatura? E quali risultati concreti la Calabria può aspettarsi dalla sintonia con il Governo del Paese?
Con la Giunta Occhiuto abbiamo avviato un percorso impegnativo e siamo consapevoli che molto c’è ancora da fare. La fiducia riposta in noi ci darà forza per proseguire con il Governo nazionale il piano di sviluppo avviato grazie a misure di sostegno specifiche. I dati di Bankitalia su Pil mostrano chiari segnali di vitalità, tanto nell’economia quanto nel mercato del lavoro e nello sviluppo delle imprese. Anche se la nostra resta una terra complessa, le azioni messe in campo negli ultimi anni dal governo Occhiuto stanno cominciando a produrre risultati concreti. Questo grazie al costante dialogo e supporto del ministero del Lavoro guidato dal ministro Calderoni. Abbiamo affrontato con determinazione, responsabilità e non poche criticità, vertenze importanti ereditate, come quella dei Tirocinanti d’inclusione sociale, la vertenza Abramo, e altri bacini di precariato. Tema centrale della nostra agenda politica riguarda lo sviluppo economico e la creazione di opportunità occupazionali, che richiedono un impegno strategico nel settore del lavoro, della sanità, del turismo e dell’attrattività territoriale. La Calabria, infatti, ha già compiuto passi avanti grazie ai risultati ottenuti dal Governo e alle iniziative come il tavolo delle politiche attive del lavoro, il Piano per l’Occupazione, l’elaborazione della corretta analisi dei dati e il confronto sul lavoro sommerso, lo “svuotamento” del bacino dei precari, la vertenza Tis, la vertenza Abramo che rappresentano strumenti fondamentali per indirizzare le politiche pubbliche verso interventi mirati e efficaci. In merito al mondo del lavoro la sfida che abbiamo di fronte in questa seconda legislatura non è la sola programmazione, bensì la reversibilità strutturale delle dinamiche negative che hanno frenato la Calabria per decenni. La nostra coalizione non punta a gestire l’esistente, ma a innescare un cambio di paradigma. Abbiamo avviato e proseguiremo un percorso per impedire la “fuga dei cervelli” e l’inattività. Vogliamo e dobbiamo rendere la nostra terra il luogo in cui i nostri giovani e le nostre donne non solo trovano lavoro, ma trovano lavoro stabile e di qualità. Stiamo trasformando la Calabria da un luogo da cui si parte per necessità, a un luogo in cui si torna per opportunità. Questo significa dare battaglia ai tassi di inattività, soprattutto femminili, che sono inaccettabili. Siamo partiti dai i Centri per l’Impiego che non possono più essere dei meri sportelli burocratici. Stiamo lavorando al modello CPI 4.0, un vero e proprio ecosistema di politiche attive, capace di leggere i fabbisogni del mercato e di “cucire addosso” le competenze al lavoratore. Altra sfida è l’aggancio competitivo, dobbiamo garantire che i nostri percorsi formativi non siano uno spreco di risorse, ma che siano perfettamente allineati con i settori di sviluppo strategici, in primis il digitale e l’economia circolare. Per quanto riguarda la sintonia con il Governo del Paese, non si tratta di una comodità, ma di un imperativo strategico. I risultati concreti che possiamo attenderci sono l’efficacia e la velocità nell’utilizzo delle risorse, in primis quelle del PNRR. A riprova della centralità di questo strumento, nei giorni scorsi abbiamo organizzato l’evento “PNRR: Pensare il Nuovo. Ripartire in Rete”, promosso dal Dipartimento Lavoro della Regione Calabria e da ARPAL. L’obiettivo era proprio raccontare i processi di trasformazione in atto e costruire ponti tra istituzioni, imprese e giovani, confermando che il futuro del lavoro in Calabria passa dalla capacità di fare sistema. E i risultati si vedono: il programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL), lo strumento principale del PNRR per le politiche attive, in Calabria ha prodotto risultati straordinari. Nel solo periodo del PNRR, abbiamo registrato 56.000 assunzioni e oltre 150.000 persone prese in carico, con più di 40.000 persone formate grazie al grande lavoro svolto dai Centri per l’impiego, da Arpal e dagli enti di formazione. Questi numeri dimostrano che la nostra rete sta funzionando e che la sinergia con il Governo centrale ci permette di realizzare politiche attive che incidono concretamente sulla riduzione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Questa coerenza strategica, che vede il nostro Piano per l’Occupazione (con un’allocazione di 224 milioni di euro) allineato con il PNRR e il Programma Regionale (PR) Calabria 2021/2027 FESR FSE, ci garantisce non solo fondi, ma crescita occupazionale stabile e certificata.» Un’altra sfida significativa è legata al settore del turismo, che può rappresentare un volano di crescita economica grazie all’incremento dei turisti e al miglioramento della qualità e dei servizi offerti, inclusa l’accoglienza e servizi. La Calabria ha già avviato un percorso promettente, e ora più che mai bisogna consolidare questa traiettoria, puntando sulla valorizzazione delle risorse locali e sulla creazione di un’offerta turistica integrata e sostenibile.
Oltre 160.000 giovani persi negli ultimi 20 anni, uno spopolamento crescente e il 37% della popolazione a rischio povertà. Come si può rendere la Calabria più attrattiva, sostenere lo sviluppo locale e garantire opportunità a chi vuole restare? Anche se a dire il vero, ci vorrebbe un vero e proprio “rimbalzo quantico” per ribaltare numeri di questa portata…
«È esattamente così, ci vuole un “rimbalzo quantico.” Questi numeri – l’emorragia demografica, il rischio povertà – sono la cartina di tornasole di una situazione di emergenza sociale ed economica. Non si risolvono con interventi spot, ma con investimenti strutturali e una visione chiara, quella che abbiamo delineato nel Piano per l’Occupazione, approvato con D.G.R. 304. Il “rimbalzo quantico” si ottiene lavorando su due pilastri interconnessi: competenze valide e riconosciute, non possiamo più permetterci di formare disoccupati. Il nostro focus è sulla spendibilità delle competenze. Stiamo investendo 3 milioni di euro sulla Formazione e Certificazione delle competenze digitali, perché il digitale è il nuovo alfabeto del lavoro. E con altri 3 milioni, stiamo implementando il Sistema di Certificazione Regionale, un elemento cruciale: quando un calabrese ha una competenza, questa deve essere riconosciuta a livello nazionale ed europeo. È la prima garanzia per chi vuole restare. Sviluppo Locale come Antidoto allo Spopolamento, dobbiamo riattivare le aree interne e contrastare la povertà. Per questo, abbiamo stanziato 10 milioni di euro per un progetto integrato a sostegno dell’economia sociale e dell’inclusione. L’economia sociale non è solo sussidio, ma un moltiplicatore di valore che crea posti di lavoro nelle comunità e risponde a bisogni territoriali specifici. È qui, nelle aree più fragili, che l’occupazione diventa un vero strumento di coesione sociale e lotta allo spopolamento. Il “rimbalzo quantico” è questo: un cambio di prospettiva che trasforma i problemi storici in opportunità di investimento concrete, ancorate al nostro Piano 2023-27.
Considerando che in altre regioni del Sud le ZES hanno attratto investimenti per centinaia di milioni, creato centinaia di posti di lavoro e stimolato lo sviluppo infrastrutturale e le attività produttive, quali ricadute tangibili possono registrarsi in Calabria, soprattutto alla luce del ruolo di sostegno che personalità come Gigi Sbarra possono esercitare?
Le Zone Economiche Speciali di altre regioni del Sud, grazie a politiche di incentivazione e sostegno mirato, hanno portato a risultati concreti come investimenti significativi, creazione di posti di lavoro e sviluppo di infrastrutture e attività produttive. In Calabria, si può e l’attuazione efficace delle ZES potrebbe tradursi in ricadute tangibili analoghe, quali l’attrazione di capitali, la rivitalizzazione del tessuto industriale e un impulso all’occupazione locale. Basti pensare le potenzialità e gli interventi sul Porto di Gioia Tauro, fondamentale e nevralgico punto per lo sviluppo della Calabria. Oggi c’è la piena coscienza da parte di tutti della centralità di un’infrastruttura come il porto che rende la Calabria il vero hub dell’Europa nel Mediterraneo. Il ruolo di figure come Luigi Sbarra, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Sud, è importante per favorire e rafforzare il dialogo costruttivo con il Governo centrale e il suo impegno verso il territorio lo ha già manifestato in più occasioni.
1 milione di arrivi e 4 milioni di presenze nel 2025 (con quasi un quarto di turisti stranieri) e quasi 3 milioni di passeggeri negli aeroporti regionali, numeri che mostrano una Calabria più accessibile e attrattiva, merito anche di un racconto lontano dai soliti vecchi stereotipi. Come consolidare questo slancio in una crescita turistica stabile? E soprattutto siamo pronti ad accogliere turisti garantendo qualità dell’esperienza e servizi adeguati?
È stato un anno importante e questi dati confermano che la Calabria sta diventando sempre più accessibile e attrattiva, grazie anche a un racconto che va oltre i vecchi stereotipi, valorizzando le nostre bellezze naturali e culturali. Il presidente Occhiuto ci ha creduto e oggi gli aeroporti calabresi, grazie alle nuove rotte stanno vivendo una fase di crescita, e la Calabria non è solo meta per il mare, basta vedere il flusso dei turisti che raggiungono la Calabria tutto l’anno. Per consolidare questo slancio e garantire una crescita turistica stabile, continueremo a investire sulle misure di sostegno messe in campo dalla Regione, come il precedente avviso da 50 milioni di euro dedicato allo sviluppo del settore del turismo sull’accoglienza di qualità che mira a promuovere interventi per l’innalzamento degli standard qualitativi dell’offerta, l’ampliamento e miglioramento dei servizi in ottica di sostenibilità e accessibilità. Da poco è in pre informazione invece l’avviso per l’accoglienza degli enti locali Calabria Attrattiva” – Accoglienza, Reti Territoriali e Valorizzazione per i Comuni della Calabria con l’obiettivo di sostenere gli Enti locali nella qualificazione dei servizi di accoglienza e di mobilità turistica, nonché nella valorizzazione dei patrimoni culturali, identitari e paesaggistici, favorendo l’adozione di modelli gestionali coerenti, sostenibili e capaci di generare ricadute territoriali misurabili. Le azioni in corso, tra cui gli interventi di riqualificazione di infrastrutture e servizi, sono fondamentali per migliorare la qualità dell’esperienza turistica, assicurando che ogni visitatore possa vivere momenti autentici e di qualità. Questi investimenti sono anche un modo per rafforzare l’offerta turistica regionale, rendendola più competitiva e sostenibile nel tempo. La nostra Calabria straordinaria è una regione che offre ai turisti servizi adeguati, formazione del personale e una strategia di promozione che continui a mettere in risalto le eccellenze della Calabria. La nostra sfida è quella di mantenere questo ritmo di crescita, garantendo qualità, sostenibilità e un racconto autentico della nostra terra. La Calabria è pronta a crescere ancora, e noi siamo determinati a far sì che questa crescita sia duratura e di qualità.
Con una media di circa il 34% di share, Sandokan ha riscosso un successo inaspettato, soprattutto se si considera il peso culturale della serie originale nella memoria collettiva. Devo ammettere che anch’io ero scettica sic! Ora, con il sequel che sarà nuovamente girato in parte in Calabria, quali ricadute può avere questa visibilità sulla valorizzazione del territorio, sull’incremento dei flussi turistici e sull’occupazione, alla luce dell’impatto che produzioni cinematografiche e televisive hanno dimostrato di avere in altre regioni?
“Lo scetticismo iniziale era comprensibile: confrontarsi con un mostro sacro della TV come la serie del ’76 era una sfida da far tremare i polsi. Ma i numeri sono stati strabilianti: oltre 18 milioni di telespettatori in solo 4 serate. La Calabria è, oggi, una terra capace di produrre grandi sogni e, soprattutto, grande economia.” “Il successo di Sandokan è il successo del nostro territorio. Abbiamo dimostrato che la Calabria non è solo una splendida cartolina, ma un set naturale e tecnologico di livello mondiale. Le riprese in alcuni luoghi della Calabria Straordinaria, come le Castella, Tropea e l’area industriale di Lamezia, dove è stato costruito il backlot, hanno mostrato a milioni di italiani – e presto a milioni di spettatori all’estero – una regione dinamica, selvaggia e accogliente. Il sequel non è un caso, è la conferma che le grandi produzioni internazionali qui trovano casa e professionalità. Con la prima stagione abbiamo attivato un indotto di milioni di euro che è rimasto sul territorio sotto forma di servizi, logistica e contratti per le nostre maestranze. Per il sequel, l’obiettivo è alzare l’asticella: vogliamo che sempre più giovani calabresi – scenografi, tecnici, truccatori – trovino lavoro qui, senza dover emigrare. Stiamo costruendo una filiera cinematografica stabile, non un evento isolato. “L’effetto ‘Sandokan’ sulla stagione turistica 2026 sarà sicuramente potente. Stiamo già lavorando con la Film Commission per strutturare percorsi di cineturismo: vogliamo che il fan della serie possa venire in Calabria per vedere dove combatte la ‘Tigre della Malesia’, scoprendo nel frattempo il nostro mare e i nostri borghi. La Calabria non aspetta più il futuro, lo sta girando sul set”.
L’artigianato calabrese, custode di saperi antichi e tradizioni secolari, è un patrimonio fragile ma strategico. In che modo può essere valorizzato per fungere da leva di sviluppo economico, veicolo di identità culturale e attrazione turistica, sostenendo al contempo le imprese locali e il ricambio generazionale?
L’artigianato calabrese rappresenta un patrimonio di saperi, tecniche e simboli identitari, una leva strategica di sviluppo economico e sociale e, negli ultimi anni, abbiamo avviato un percorso che oggi ci vede protagonisti. Un primo strumento fondamentale di valorizzazione è la partecipazione alle fiere di settore, nazionali e internazionali. I numeri in costante crescita delle aziende calabresi presenti a eventi come “Artigiano in Fiera” dimostrano una maggiore capacità di confrontarsi con i mercati esterni. A Milano recentemente siamo giunti con uno stand di grandi dimensioni che ha ospitato centinaia di imprese permettendo di dare visibilità a comparti diversi – dall’agroalimentare al design, dalla ceramica ai manufatti artistici – offrendo anche alle realtà più piccole l’opportunità di vendere, farsi conoscere e misurarsi con standard che vanno oltre il contesto locale. Questo rafforza la competitività delle imprese e favorisce l’innovazione senza perdere il legame con la tradizione, perché grazie agli artigiani si rafforza l’identità culturale e cresce attrazione turistica. I laboratori, le botteghe, i manufatti, narrano un territorio che vede l’artigianato come opportunità di lavoro e crescita. Per questo crediamo fortemente che per garantire continuità e futuro al settore, è essenziale sostenere il ricambio generazionale. Formazione, incentivi, digitalizzazione e nuove modalità di promozione possono rendere i mestieri tradizionali più attrattivi per i giovani, favorendo l’incontro tra saperi antichi e competenze contemporanee.
Alla luce degli ultimi sviluppi, il Ponte sullo Stretto resterà ancora una promessa epica?
Ci auguriamo di no. Il Ponte sullo Stretto è parte di un percorso concreto di crescita e sviluppo. Al di là delle forti conflittualità politiche che da decenni accompagnano il progetto, oggi esistono le condizioni e la crescita del territorio non può fermarsi. Il Ponte rappresenta un’infrastruttura strategica, capace di rafforzare la continuità territoriale, migliorare i collegamenti e rendere il Sud più competitivo. C’è una visione condivisa e scelte politiche responsabili per la Calabria, la Sicilia e l’intero Paese.
La Calabria torna protagonista per il terzo Capodanno Rai, il suo messaggio di augurio ai calabresi per il nuovo anno…
La nostra Regione sta assumendo un ruolo crescente in vari settori a livello nazionale. È il momento di credere nel nostro territorio, che sta costruendo una realtà diversa e più forte, senza più dover guardare altrove. Ai giovani, principalmente, rivolgo un appello a conoscere maggiormente le potenzialità della Calabria: un privilegio vivere in una regione ricca di bellezze naturali, storia e tradizioni. La Calabria vanta università di alto livello e offre opportunità di crescita in settori fondamentali come l’agricoltura, il turismo e le imprese. È importante, dunque, poter investire nel proprio futuro valorizzando le nostre risorse e le nostre eccellenze. Crediamoci insieme! Vi invito a essere orgogliosi della nostra terra, promuoverla con entusiasmo e a sentirsi fieri di appartenere a questa regione che sta scrivendo una nuova storia, un nuovo “rinascimento”. Buone feste! (p.militano@corrierecal.it)
*direttore del Corriere della Calabria
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