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“recovery”

La regia della Confederazione di ‘ndrangheta cosentina e la recrudescenza dell’attività di estorsione

Nel corso dell’attività di narcotraffico, sarebbero stati accertati una serie di atti intimidatori realizzati «con armi da fuoco»

Pubblicato il: 21/12/2025 – 14:32
di Fabio Benincasa
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La regia della Confederazione di ‘ndrangheta cosentina e la recrudescenza dell’attività di estorsione

COSENZA La robusta requisitoria del pm della Dda di Catanzaro Corrado Cubellotti, nel processo celebrato con il rito abbreviato e scaturito dall’inchiesta denominata “Recovery“, ha permesso all’accusa di ricostruire gli ultimi anni della Confederazione di ‘ndrangheta cosentina. Dopo i colpi assestati con una serie di operazioni che hanno decapitato i vertici della mala bruzia, i gruppi hanno tentato di risollevarsi, proponendo un “Sistema“, più volte richiamato dai magistrati della Distrettuale antimafia, caratterizzato da dinamiche «fluide e mutevoli».

Il file rouge e la regia di Patitucci

C’è un sottilissimo file rouge che lega la ricostruzione effettuata dal pubblico ministero della Distrettuale Antimafia e riguarda la capacità dei sodalizi di “resistere” alle restrizioni imposte nel periodo della Pandemia che ha causato un calo dell’attività di spaccio e di approvvigionamento della droga e alle costanti e frequenti operazioni di polizia. L’abilità di alcuni soggetti ha permesso, ad esempio, di rigenerare il business delle estorsioni dando vita alla «recrudescenza del fenomeno registrata a partire dal mese di febbraio 2021». Questo, per chi indaga, è il risultato della persistente operatività dell’associazione Confederata di ‘ndrangheta riconducibile a Francesco Patitucci. Il boss è un elemento cardine dell’attività svolta dalla Dda e cristallizzata nella memoria del pm. Che riferisce all’uomo considerato al vertice della Confederazione la direzione di «ogni azione intimidatoria programmata ed eseguita». La ricostruzione suggerita dall’accusa si rifà anche ad alcune intercettazioni, allo scambio di alcuni specifici messaggi tra determinati presunti sodali, nei quali emergerebbe il richiamo diretto ed indiretto alla regia di Patitucci.

Il “nuovo” pensiero

E’ il mese di marzo del 2021 quando Marco Lucanto e Antonio Illuminato discutono di una presunta attività estorsiva. Il primo chiede se qualche attività delle sue parti (inteso come il comprensorio del comune di Casali del Manco) a seguito dei numerosi atti intimidatori portati a compimento, «avesse provveduto a dare riscontro alla richiesta estorsiva, specificando che in caso contrario, avrebbe provveduto con un nuovo “pensiero”, cioè con ulteriori atti intimidatori ai danni delle imprese che si fossero manifestate restie a tale richiesta». Di seguito un estratto della conversazione. «Amico mio buongiorno ma dalle parti mie ti è arrivata qualche cs? Se no provvedo cn il secondo pensiero dammi anke ok x il fiume». Illuminato risponde di non avere al momento contezza circa le attività che avevano manifestato la volontà di pagare poiché lo “zio” (Francesco Patitucci, ndr) «aveva il Covid-19 e, pertanto, non aveva avuto la possibilità di confrontarsi con lui; di conseguenza, si era arrogato il diritto di concedere il placet per dare corso ad altre intimidazioni». Il termine utilizzato è eloquente, «arrostire al fiume».

Il rapporto tra Bruno e Illuminato

Gli ulteriori sviluppi dell’attività di indagine hanno permesso alla Dda di soffermarsi sulla figura di Carlo Bruno e di conseguenza di di approfondire, ruoli, dinamiche, e modalità di distribuzione delle sostanze stupefacenti gestite dall’imputato. Nel corso della conduzione dell’attività di narcotraffico, ad esempio, sarebbero stati accertati una serie di atti intimidatori, realizzati «anche avvalendosi del ricorso ad
armi da fuoco nei confronti di soggetti entrati in contrasto con Bruno, o per questioni di natura privata, o per questioni strettamente inerenti alla compravendita di sostanze stupefacenti
». Tuttavia, spiega il pm Cubellotti, «il potere di Bruno» sarebbe in realtà «promanazione di quello di Antonio Illuminato». Dalle risultanze dell’attività di indagine e, specialmente, da quelle dell’attività di intercettazione, emerge come tra le diverse regole che definiscono i rapporti di forza ed i ruoli all’interno dell’organigramma associativo, «vi sia quella per cui l’acquisto delle sostanze stupefacenti o comunque, l’avallo al loro acquisto, la distribuzione delle medesime, e la realizzazione di atti intimidatori», tutte attività condotte «da Bruno sotto l’egida e la supervisione di Illuminato». (f.benincasa@corrierecal.it)

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