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la decisione

Soverato, stop al diniego del Comune: il Tar dà ragione alla Comac

Accolte le tesi dell’avvocato Crescenzio Santuori. Il Comune dovrà riaprire il dialogo con la società e riesaminare il progetto

Pubblicato il: 31/12/2025 – 11:26
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Soverato, stop al diniego del Comune: il Tar dà ragione alla Comac

CATANZARO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria ha messo la parola fine, almeno per ora, a un lungo braccio di ferro burocratico tra il Comune di Soverato e la società Comac S.r.l. Con la sentenza, la Seconda Sezione del TAR ha annullato il diniego del permesso di costruire opposto dall’amministrazione comunale, accogliendo integralmente le tesi difensive sostenute dal legale.

La vicenda

La controversia riguardava la ristrutturazione edilizia con ampliamento di un fabbricato commerciale sito in via Lungomare, per il quale la Comac aveva richiesto l’applicazione delle “premialità” previste dal cosiddetto Piano Casa regionale). Il Comune di Soverato aveva negato il titolo edilizio sollevando tre obiezioni principali: la presunta destinazione agricola dell’area, il numero eccessivo di piani previsti e il superamento delle altezze massime.
La sentenza non si è limitata a un annullamento formale, ma è scesa nel vivo della materia urbanistica, convalidando le eccezioni sollevate dal legale della Comac e confermando che:
La destinazione agricola non è un limite. Le premialità volumetriche regionali sono “disancorate dalla zonizzazione urbanistica” e si applicano a tutti gli edifici esistenti;
Il numero dei piani: La legge consente di superare l’altezza massima per sopraelevare di un piano rispetto all’esistente, senza che ciò impedisca una diversa distribuzione interna dei volumi.
Carenza di partecipazione: il TAR ha censurato il comportamento del Comune, che ha adottato il diniego senza valutare adeguatamente le memorie prodotte dalla società, violando l’obbligo di un reale confronto procedimentale.

Comune “spalle al muro”: l’invito al dialogo

Il passaggio più significativo della sentenza, che di fatto ridisegna i rapporti tra amministrazione e privato, è quello in cui il Tar “invita” il Comune a non limitarsi a un nuovo atto burocratico. I magistrati hanno stabilito che l’ente dovrà riesaminare la proposta progettuale in modo conforme ai principi accertati in sentenza e, soprattutto, “in dialogo con la società ricorrente”.
Un monito chiaro: il Comune non potrà più trincerarsi dietro dinieghi stereotipati o integrazioni motivazionali tardive, ma dovrà confrontarsi nel merito con la Comac, tenendo conto della “rilevanza dell’opera nel contesto urbano”.
La decisione del TAR non solo riabilita l’iniziativa imprenditoriale della Comac, ma funge da importante precedente per l’applicazione delle norme sulla rigenerazione urbana in Calabria. Per il Comune di Soverato, la sentenza rappresenta una battuta d’arresto significativa, che impone ora un’istruttoria tecnica seria e trasparente, libera da interpretazioni restrittive che il Tribunale ha definito errate. (redazione@corrierecal.it)

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