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Sul tavolo romano il destino dell`Isn di Mangone

MANGONE Che cosa si fa in Calabria quando una struttura è efficiente, al punto da essere considerata un polo d`eccellenza a livello europeo? La si smantella. È proprio questo lo scenario in cui potre…

Pubblicato il: 13/11/2012 – 19:51
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Sul tavolo romano il destino dell`Isn di Mangone

MANGONE Che cosa si fa in Calabria quando una struttura è efficiente, al punto da essere considerata un polo d`eccellenza a livello europeo? La si smantella. È proprio questo lo scenario in cui potrebbe essere catapultato l`Istituto di scienze neurologiche del Cnr di Mangone, determinato da scelte scientificamente inspiegabili e da logiche piuttosto ambigue. Domani il cda prenderà una decisione sul riordino della struttura, che prevede il trasferimento delle attività dell`Isn nell`ateneo “Magna Graecia” di Catanzaro. Una soluzione osteggiata da dipendenti e ricercatori, convinti che dietro il riassetto si nasconda la volontà di “spogliare” Cosenza a favore del capoluogo di Regione, con esiti imprevedibili anche per i tantissimi utenti della struttura. Ma i vertici di uno degli istituti di ricerca più moderni della Calabria sembrano intenzionati ad andare avanti comunque, portando così a termine un`operazione dubbia dal punto di vista dell`opportunità e oltremodo sospetta.

LO ZELO DI GAMBARDELLA
Chi lo conosce, è pronto a giurare che lo stesso direttore dell`Isn, Antonio Gambardella, sia quasi ossessionato dalla voglia di ridisegnare l`assetto logistico del centro di ricerca, che determinerebbe la chiusura dell`Istituto di Piano Lago di Mangone a tutto vantaggio della città dei tre colli.  
Uno zelo ingiustificato, se si considera che la struttura cosentina gode di ottima salute, come dimostrano i vari criteri di settore e le 8mila prestazioni sanitarie all`anno erogate a favore di pazienti affetti da malattie rare, come alzhaimer, sclerosi multipla, sla e distrofia muscolare. Un presidio di salute unico, insomma, e non solo in Calabria. Eppure sembra che certi servizi resi ai pazienti e alla ricerca non vengano tenuti nella giusta considerazione.
Dubbi difficili da diradare anche alla luce del duplice ruolo di Gambardella. Che, oltre a dirigere l`Isn, è anche professore associato alla “Magna Graecia”. Lo stesso ateneo che dovrebbe beneficiare della nuova riorganizzazione del Cnr. Ma il “conflitto d`interessi” su cui si gioca il destino del centro di ricerca riguarda anche l`ex direttore della struttura cosentina, Aldo Quattrone: attuale responsabile di una unità di ricerca dell`Isn e al tempo stesso rettore dell`Università di Catanzaro.
Misteriosa è poi la vicenda relativa al mancato rinnovo della convenzione tra la Regione Calabria e l`Istituto. La giunta regionale ha effettivamente dato via libera alla procedura, con la quale ha dato mandato all`Asp di Cosenza che a sua volta ha trasmesso gli atti al Cnr di Mangone. Ma qui l`iter per l`approvazione della convenzione sembra essersi inspiegabilmente impantanato, prima dell`ultimo e definitivo passaggio al Cnr di Roma.
Una situazione paradossale perché il blocco della convenzione non consente ai pazienti calabresi di accedere alle prestazioni sanitarie dell`Istituto, a differenza degli utenti delle altre regioni.

L`ITER DELLA RIORGANIZZAZIONE
Resta comunque piuttosto singolare l’iter adottato per procedere al progetto di riordino dell’Isn, che prevederebbe una procedura del tutto difforme rispetto a quanto previsto dal “Regolamento di organizzazione e funzionamento del Cnr”. Spetta infatti ai dipartimenti, e non ai direttori di Istituto, il potere di iniziativa relativo a costituzione, modifica e riorganizzazione di queste strutture di ricerca. Procedura disattesa se, a quanto pare, la riorganizzazione dell’Isn è stata avanzata dallo stesso direttore Gambardella. Ma nel piano di riassetto vi sarebbe più di una violazione. Contravvenendo allo stesso regolamento, sembra proprio che per la stesura finale del progetto non sia stato sentito né il personale della struttura, né le organizzazioni sindacali.
Le criticità sono ampiamente diffuse, insomma, così come l’incoerenza. Nella relazione di accompagnamento al progetto, Gambardella loda infatti l’eccellenza dell’Istituto, in grado di ottenere «risultati scientifici sicuramente straordinari»; «la scelta scientifica di grande valenza strategica con importanti ricadute socio – culturali»; l’eccellenza dell’organizzazione attuale dell’Isn, «capace di diventare in brevissimo tempo punto di riferimento di interessi scientifici e assistenziali di soggetti pubblici e privati nel mezzogiorno d’Italia e, più in generale, nell’area mediterranea»; la «posizione di eccellenza per la sua riconosciuta attenzione e sensibilità al miglioramento continuo della qualità» per la sede di Cosenza. Salvo poi concludere che l’Istituto di Piano Lago si avvia verso un «declino scientifico», dovuto tra le altre cose a tecnologie datate e vetuste e al presunto isolamento “ambientale” della struttura. A tutto questo Gambardella aggiunge anche le prospettive economiche non proprio rosee dovute al mancato rinnovo della convenzione con la Regione Calabria.
A fronte di tutte queste difficoltà, ecco la soluzione madre: il trasferimento dell’istituto a Catanzaro, nel Campus universitario di Germaneto. Per la gioia del professore Gambardella e del rettore Quattrone.
Eppure l’Isn negli anni ha investito somme rilevanti per le attrezzature scientifiche. Quanto poi agli scenari economici nefasti, la disamina di Gambardella sembra smentita da quanto affermato dal governatore Peppe Scopelliti, che in un recente messaggio inviato al presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, aveva comunicato di aver avviato l’iter per il rinnovo della convenzione con la sede di Cosenza, dando seguito in questo modo all’intenzione della Regione di continuare a «giovarsi delle prestazioni di questa struttura di eccellenza», precisando tra l’altro «che nessuno dei componenti dell`attuale giunta regionale ha mai ipotizzato il trasferimento delle attività del Cnr di Mangone a Catanzaro».

QUALI VANTAGGI?
Resta da chiarire quale risparmio potrebbe produrre una simile riorganizzazione dell’Istituto di scienze neurologiche, che rischia di privare Cosenza di una struttura di ricerca all’avanguardia a tutto vantaggio di Catanzaro. Contro questa ipotesi, circa duemila cittadini hanno sottoscritto una petizione, sostenuta dallo stesso presidente della Provincia Oliverio, dal consigliere regionale di Idv Mimmo Talarico e da rappresentanti di altre forze politiche.
Forte è stato l’impegno anche dell’Usi-Ricerca, che ha assicurato la difesa dei diritti dei pazienti, le professionalità dell’istituto e, da ultimo, la netta opposizione alla riforma Gambardella.
La raccolta-firme è stata presentata nei giorni scorsi dal sindacato al direttore generale dell`istituto, Paolo Annunziato, al quale è stata avanzata la richiesta di  mantenimento della struttura a Piano Lago di Mangone e la riattivazione dei servizi bloccati dalla mancata firma della convenzione con la Regione Calabria.
Intanto, cresce l`attesa per la decisione del cda di domani. «Se approvano quella delibera distruggeranno tutto quello che di buono è stato fatto in questi anni per la salute e la ricerca», osserva amareggiato un dipendente della struttura.
Ma i vertici del Cnr potrebbero non pensarla allo stesso modo.

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