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ARSENALE | Le reazioni della politica

«È opportuno che i ministri Bonino e Lupi si rechino a Gioia Tauro per incontrare il consiglio comunale della città e riferire alle autorità locali. Un gesto forte di vicinanza delle istituzioni al…

Pubblicato il: 16/01/2014 – 18:19
ARSENALE | Le reazioni della politica

«È opportuno che i ministri Bonino e Lupi si rechino a Gioia Tauro per incontrare il consiglio comunale della città e riferire alle autorità locali. Un gesto forte di vicinanza delle istituzioni alla comunità gioiese e della costa tirrenica interessata, sarebbe la migliore risposta alle legittime preoccupazioni della popolazione. I ministri si facciano garanti del fatto che la neutralizzazione non avvenga nel mar Mediterraneo». Lo afferma in una nota il gruppo M5S alla Camera. «Il direttore generale dell’Opac – prosegue la nota – ha dato oggi rassicurazioni che il trasbordo dalla nave cargo danese Ark Futura alla nave laboratorio della marina militare statunitense Cape Ray avverrà rapidamente e in massima sicurezza. La nostra preoccupazione, che è quella della popolazione di Gioia Tauro, nel cui porto avverranno queste operazioni, è rivolta a chiedere che queste misure di sicurezza siano le più rigide possibili e che si eviti, come ci è stato assicurato, lo stoccaggio di queste armi a terra».
«La decisione di far transitare nel porto di Gioia Tauro imbarcazioni – tra l`altro prive di doppio scafo – cariche di armi chimiche siriane è di una scelleratezza unica e conferma la superficialità di chi ci governa come il disprezzo nutrito verso i governati, ed i meridionali in particolare». È quanto sostiene in una nota il senatore calabrese M5S Francesco Molinari. «È da irresponsabili – prosegue Molinari – mettere a disposizione i nostri porti civili per movimentare pericolosissime sostanze chimiche tossiche potenzialmente idonee a causare un disastro ambientale, in caso di incidenti. Ma ancora più vergognosa è la scelta del porto calabrese, del tutto impreparato e inadeguato a trattare questo materiale micidiale. Le pietose bugie del ministro Lupi, poi, rispecchiano la considerazione che si ha dei cittadini calabresi, trattati alla stregua di poveri selvaggi ed ignoranti con anello al naso e sveglia al collo: trattamento già riservato ai cittadini della Piana in ordine alla pretesa di realizzare un rigassificatore su una pericolosissima zona sismica».
Il deputato calabrese di Sel Ferdinando Aiello ha presentato un`interrogazione rivolta al ministro degli Esteri Emma Bonino e a quello dell`Interno Angelino Alfano per capire «di quali informazioni sono in possesso rispetto all`arrivo di armi chimiche siriane al porto di Gioia Tauro». Per il parlamentare vendoliano siamo davanti a una vicenda «sulla quale deve essere fatta piena luce» e su cui il governo «deve dare risposte chiare». Dai vendoliani anche la nota di Angelo Broccolo, presidente dell`assemblea regionale: «Credo sia inaccettabile il silenzio della politica regionale, relativo alle notizie riportate da alcuni organi di stampa, in merito alla possibilità di un attracco al Porto di Gioia Tauro, di due navi danesi che arrivare  dalla Siria cariche di trecentocinquanta tonnellate di armi chimiche da smaltire a cura della marina militare americana. Tra le motivazioni addotte dai Servizi segreti Usa – come scrive il direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni – ci sarebbe la non gratificante-per noi calabresi-circostanza, di una “localizzazione tutto sommato isolata della “città della Piana” che garantirebbe discrezione e poche tensioni e proteste”. Ovvero la riconosciuta predisposizione all’omertà collettiva ed al menfreghismo diffuso e generalizzato su quanto accade a due dita dal nostro naso, della quale non credo ci sia necessità di tanta “intelligence”, basti riflettere sulla assolta assenza di preoccupazione del ceto politico regionale. In queste ore stanno giungendo le proteste dei sindaci della Piana, e credo sia del tutto ovvio che Sel Calabria si mobiliti al loro fianco, condividendone i giustificati allarmi e soprattutto l’indignazione per le costanti ed inaccettabili mortificazione nei riguardi del nostro territorio considerato alla stregua di un dominio coloniale».
Per il consigliere regionale Giuseppe Giordano «è una vergogna che il porto di Gioia Tauro diventi la pattumiera delle armi chimiche siriane. Si tratta – aggiunge Giordano – di un`operazione pericolosissima che vedrà coinvolto il porto di Gioia Tauro nell`ospitare, sia pur per un periodo temporaneo, armi di distruzione di massa. E` una vergogna che l`Italia si sia resa disponibile a tale operazione, ma è ancor più inaccettabile che sia stata scelta l`area portuale di Gioia Tauro sulla quale si dovranno applicare misure straordinarie per accogliere ben 1500 contenitori dall`elevatissima pericolosità. Ci si domanda su quali criteri si è ritenuto il porto di Gioia Tauro l`unico scalo idoneo a permettere l`operazione di trasbordo».
Invita a evitare allarmismi, invece, Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato. «Per la comunità di Gioia Tauro, il cui porto è stato scelto proprio in base a caratteristiche prestabilite, non ci sono rischi. Per cui non facciamo allarmismi perché, altrimenti, a forza di allarmismi in questo Paese non si riesce mai a realizzare nemmeno le grandi operazioni di successo come questa. È fondamentale – prosegue Casini – quello che l`Italia ha fatto e sta facendo insieme alla comunità internazionale. Oggi dal direttore generale dell`Opac sono state date tutte le rassicurazioni possibili sulla sicurezza dell`operazione».
Secondo Pino Galati, invece, «la scelta, comunicata solo oggi dal governo, di far transitare le armi chimiche della Siria presso il porto di Gioia Tauro, lascia interdetti. Non solo per la notizia in sé – spiega il parlamentare di Fi – ma per l’assenza totale di informazioni e di indicazioni innanzitutto in merito alla sicurezza. Ci si trova davanti a un fatto compiuto, a subire una azione su un`area i cui amministratori non sono stati avvisati. Rammaricano le modalità della vicenda, il disinteresse verso la popolazione coinvolta, che il governo, in particolare il ministro Bonino, non abbia ritenuto opportuno pianificare un intervento del genere con le istituzioni locali direttamente interessate, fornendo invece rassicurazioni sull’impresa a pochi giorni dal passaggio della nave. Dispiace inoltre che, come sempre, pur trattandosi di una importante e sicuramente nobile iniziativa internazionale, venga utilizzato e scelto il Sud, in questo caso la Calabria, per operazioni pericolose e dunque negative in termini di ripercussioni, di danni all`immagine stessa della regione, e che mai accada il contrario, che cioè siano attivate iniziative che abbiamo un ritorno positivo, che attirino investimenti, decisioni volte a favorire lo sviluppo e la crescita di questa parte del paese che è già in grandissima difficoltà».
«Il trasbordo di armi chimiche nel Porto di Gioia Tauro deve essere effettuato nel rispetto delle più rigorose norme di sicurezza». È quanto afferma in una nota Sandro Principe, capogruppo del Pd alla Regione. «Ciò si rende  necessario – prosegue Principe – sia per salvaguardare la salute e l`incolumità delle popolazioni dell`area, sia per evitare rischi di sottrazione di materiale estremamente sensibile sotto il profilo della sicurezza. Chiediamo al Governo di convocare i sindaci dell`area per ascoltarne il responsabile pensiero e di dare, comunque, le più ampie e concrete assicurazioni affinché le operazioni portuali riguardanti il trasferimento di queste sostanze si svolgano nel rispetto di tutte le regole di massima sicurezza. Risultano assordanti – conclude – il silenzio del presidente della Giunta regionale e la totale assenza di confronto della Regione con il governo su questa delicatissima questione».
“E’ grave che sulla questione del passaggio delle armi chimiche siriane dal Porto di Gioia Tauro il governo non abbia consultato i sindaci e le istituzioni del territorio interessato – dichiara il deputato del Pd Ernesto Magorno – trattandosi di una questione di estrema delicatezza e, senza intenzione di voler creare allarmismi, di potenziale ed estrema pericolosità. Il Partito de
mocratico calabrese, di fonte a tale vicenda si assuma la responsabilità di attuare con la massima urgenza un confronto tra i sindaci e le altre rappresentanze del territorio e dell’esecutivo. Mi farò carico io stesso, nelle prossime ore, di favorire tale confronto che dovrà svolgersi al più presto e, lo ripeto, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni calabresi”.
Più possibilisti i sindacati, che – come in mattinata il Sul – spostano il focus della vicenda sul piano occupazionale: “Finalmente il governo italiano – scrivono le segreterie di: Cgil e Filt-Cgil Calabria, oltre alla Cgil della Piana di Gioia Tauro – si ricorda dell’esistenza del porto di Gioia Tauro. Lo fa per lo smaltimento delle armi chimiche siriane ed utilizza uno degli hub tecnologicamente più avanzati e, probabilmente, l’unico a poter garantire il trasbordo da nave a nave senza stoccare i containers nei piazzali. La Cgil di Gioia Tauro e la Filt, nel prendere atto di una decisione di politica militare internazionale, chiede che l’intera operazione si svolga con la certezza della massima sicurezza per i lavoratori e la popolazione. Del resto, in coerenza con la nostra politica di impegno per la pace e la cooperazione fra i popoli, ribadiamo l’importanza della distruzione delle armi chimiche. Approfittiamo però di questa occasione per chiedere al Governo nazionale maggiore attenzione sul porto di Gioia Tauro per implementare la capacità commerciale dello scalo e per garantire quello sviluppo industriale che fino adesso né le politiche nazionali né, a maggior ragione, le scelte della giunta regionale, hanno prodotto. Anche per questo chiediamo al governo nazionale e alla Giunta regionale di compiere atti concreti ed immediati per il rientro al lavoro dei quasi 500 lavoratori in cassa integrazione”.

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