«Gli alloggi popolari? Tramite Raso»
«Ma scusate, dovevamo pagare, diciamo, l’affitto…». E no, l’affitto no. Dopo che lo Stato ha confiscato buona parte dei beni di famiglia, il boss Nino Lo Giudice l’affitto non lo poteva mica pagare…

«Ma scusate, dovevamo pagare, diciamo, l’affitto…». E no, l’affitto no. Dopo che lo Stato ha confiscato buona parte dei beni di famiglia, il boss Nino Lo Giudice l’affitto non lo poteva mica pagare.
Lo dice espressamente al procuratore capo Giuseppe Pignatone che si meraviglia del fatto: «Ma dico, con tanta gente che non ha la casa a Reggio Calabria, proprio a voi la dovevano dare che poveri non siete?».
In una città dove le graduatorie per un alloggio popolare, risalenti al 1999, sono ancora bloccate per gli aventi diritto, ai fratelli Lo Giudice bastava una semplice domandina affinché il Comune assegnasse loro una casa. Una per ogni componente della famiglia s’intende.
«A me l’abitazione mi è stata assegnata dal sindaco perché cioè dopo che hanno confiscato tutto ero a casa, diciamo, a casa di affitto e quindi ho fatto la domanda io al sindaco e dopo un po’ di tempo me l’hanno assegnata».
Nino il “Nano” vuole far credere ai magistrati di versare in uno stato di indigenza: «Come non eravamo poveri, eravamo poveri, dottore». Poco importa se con il banchetto della frutta, il collaboratore di giustizia riusciva a tirare 80mila euro all’anno: «è vero, ma dichiaravo quanto? 10.000 – 12.000 procuratore».
Le perplessità di Pignatone aumentano durante l’interrogatorio del 17 febbraio scorso: «Ora, io dico, a Reggio Calabria ci saranno per lo meno diecimila domande e magari di più per la casa popolare, quale miracolo divino può avere portato che fra diecimila domande giusto a lei, a suo figlio, a sua figlia … le sue sorelle, insomma tutta, la metà della vostra famiglia. Le hanno prese dal mucchio per caso o voi vi siete interessati?».
Secca la risposta del capofamiglia dei Lo Giudice: «No, interessati no, però diciamo tramite l’assessore
Raso… quello che assegna le case era diciamo il dottore Raso e allora abbiamo parlato con lui per …».
Non un rapporto diretto. A parlare con l’ex assessore al Patrimonio edilizio del Comune di Reggio, già sotto processo per aver assegnato un alloggio popolare a una sua parente che non ne aveva diritto, è andato il cognato del pentito, Giuseppe Reliquato, che in cambio gli avrebbe garantito il sostegno elettorale. «Non lo so che cosa gli ha promesso – confessa ancora Lo Giudice – ma sicuramente voti, perché solo … Allora Reliquato Giuseppe è molto amico del dottore Raso, c’è stato qualche anno che gli ha procurato voti, questo sì!… Queste case sono state date, procuratore, per l’amicizia di Reliquato Giuseppe di cui Reliquato Giuseppe ogni volta che lui si portava alle elezioni gli procurava dei voti».