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Di Dieco a Galullo: il complotto è solo all`inizio

REGGIO CALABRIA A sguazzare nella melma ci vuole poco. Quando è tanta, si riesce ancora con più facilità. Chi non intende essere invischiato nei veleni della Procura di Reggio Calabria è il collabora…

Pubblicato il: 08/08/2011 – 14:04
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Di Dieco a Galullo: il complotto è solo all`inizio

REGGIO CALABRIA A sguazzare nella melma ci vuole poco. Quando è tanta, si riesce ancora con più facilità. Chi non intende essere invischiato nei veleni della Procura di Reggio Calabria è il collaboratore Antonio Di Dieco che, tuttavia, ha lanciato precise accuse nei confronti del pentito reggino Nino Lo Giudice, detto il “Nano”.
In un`intervista pubblicata sul blog del giornalista Roberto Galullo, Di Dieco ribadisce quanto detto alcune settimane fa circa il complotto che sarebbe stato organizzato da Lo Giudice contro il vice capo della Dna Alberto Cisterna e altri magistrati reggini.
Un complotto nel quale il “Nano” avrebbe voluto coinvolgere anche Di Dieco chiedendogli, stando alla versione di quest`ultimo, di confermare le sue dichiarazioni.
«Personalmente non mi sono mai posto il problema di poter essere “attendibile” o meno in merito alla vicenda Lo Giudice o meglio al cosiddetto complotto nazionale» risponde Di Dieco attraverso il suo avvocato Claudia Conidi.
Il collaboratore cerca di chiarire le ragioni per cui ha informato il suo legale: «Non ho affanno né necessità di raccattare attendibilità o credibilità. Per onestà personale (non solo collaborativa) poichè la stessa, insieme alla mia dignità, mi accompagna da decenni. Ho ritenuto notiziare il mio legale di fiducia in merito ad un complotto, per quanto di mia conoscenza, in merito a nomi, fatti, magistrati, avvocati e anche qualche giornalista calabrese. Quello che è venuto fuori è solo la punta di un iceberg e che presto “colpirà ingiustamente” tante persone che per decenni hanno svolto il loro dovere, in onestà e legalità! Mi sono chiesto non una volta ma 100 volte chi me l’ha fatto fare ad esporre quanto di mia conoscenza e nulla ho chiesto a nulla avrò da chiedere a nessuno tanto e tale è il rispetto che porto verso l’altrui persona, chiunque essa sia! Io ho ritenuto di esplicitare quanto di mia conoscenza diretta, poiché il complotto è solo all’inizio, con la speranza di poter dare il mio modesto contributo al fine che l’onorabilità di tanti non venga lesa. Personalmente bastano i diversi e non pochi articolo 8 delle legge 203/91 (riconoscimento di benefici di pena per essere un collaboratore attendibile ndr) conseguiti in diversi e complessi procedimenti penali, alcuni passati in giudicati, altri…ricorrenti in Cassazione. E’ inutile quanto superfluo evidenziarvi, esimio dottor Galullo, che l’attestazione di attendibilità e credibilità, non l’hanno sentenziata i signori pm che proposero il programma di protezione (Dda di Catanzaro) ma i presidenti delle Corte di Assise e delle Corti di Assise di appello competenti per distretto giudiziario».
«La mia famiglia d’origine, composta tutta da modesti professionisti – conclude il collaboratore Di Dieco – mai si è invischiata in situazioni illecite e mai ha condiviso il mio percorso criminale iniziato nel ’91 e per quanto mi riguarda interrotto nel febbraio 2003 quando decisi di collaborare con l’autorità giudiziaria. La mia famiglia, conosciuta e stimata per la sua onestà professionale non credo possa essere oggetto di ritorsioni se la ‘ndrangheta applicherà quei famosi “patti e prescrizioni” che determinano l’eliminazione fisica, a “circolo formato”, decisa presso il “Tribunale d’omertà” di soggetti che vivono di pane e ‘ndrangheta».

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