CATANZARO «Il confronto aperto dalla quarta Commissione del consiglio regionale sulle modifiche che la giunta regionale intende apportare alla legge urbanistica è stata l`occasione per avvalersi del contributo delle categorie professionali». Lo sostengono, in una nota, la Federazione regionale ingegneri e gli ordini degli architetti. «Una dimostrazione, in altre parole – prosegue la nota – che l`opera del legislatore, quando riguarda materie particolarmente delicate e complesse, può essere supportata dall`apporto tecnico ed esperienziale di chi applica quotidianamente il dettato normativo“. La Federazione regionale degli ingegneri (l`organismo che raggruppa i cinque Ordini provinciali) assieme a tutti gli Ordini degli architetti della regione, ha spedito una missiva al presidente della quarta Commissione “Assetto ed utilizzazione del territorio“, Alfonso Dattolo, per «emendare le proposte di modifica alla legge Urbanistica regionale». Ingegneri e architetti, «nell`evidenziare che è senza dubbio un fatto positivo e meritorio l`aver voluto imboccare per definire questa importantissima legge la strada del confronto con le categorie tecniche, ritengono tuttavia di dovere formulare alcune osservazioni con l`auspicio che possano essere recepite. Ciò per licenziare un testo realmente “cucito addosso” alle esigenze del territorio e, dunque, capace di rispondere a quegli obiettivi di sviluppo e sicurezza che si prefigge la revisione della normativa esistente». In particolare gli ingegneri e gli architetti esprimono «perplessità allorché si intende effettuare un generalizzato e autoritativo cambio di destinazione urbanistica di aree normate da strumenti urbanistici vigenti. Lasciare immutata questa parte di testo, infatti, sarebbe penalizzante per le comunità locali. Si chiede inoltre di non snaturare i compiti della Conferenza di Pianificazione trasformandola da luogo privilegiato di concertazione a mero ambito nel quale si acquisiscono pareri e nulla-osta. Inoltre – prosegue la nota – non si condivide il ricorso ad una procedura di verifica di coerenza con il Quadro territoriale di riferimento regionale dei Piani strutturali adottati, poiché introdurrebbe sovrapposizioni di funzioni non differenziate tra le istituzioni. Infine si chiede di eliminare dal disegno di legge tutte le parti non confacenti agli ineludibili principi di sussidiarietà e adeguatezza sanciti dal Titolo V della Costituzione e ai quali peraltro le stesse linee guida della pianificazione regionale dedicano ampio spazio».
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