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L`anno zero del trasporto ferroviario

LAMEZIA TERME Non c`è programmazione, non ci sono investimenti. Trenitalia smobilita e il governo regionale se ne accorge troppo tardi. Intanto, abbandona le aree più “difficili” della Calabria, quel…

Pubblicato il: 26/11/2011 – 16:53
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L`anno zero del trasporto ferroviario

LAMEZIA TERME Non c`è programmazione, non ci sono investimenti. Trenitalia smobilita e il governo regionale se ne accorge troppo tardi. Intanto, abbandona le aree più “difficili” della Calabria, quelle dalle quali spostarsi è diventato difficile, quasi impossibile. C`era bisogno di dirlo forte, cercando di allargare una rete appena nata, che riunisce quattro comitati di pendolari, professori universitari, studenti e sindacati. Un movimento giovane, che oggi si è ritrovato in piazza Matteotti, a Catanzaro, per distribuire volantini e piazzare un paio di manifesti. E per avviare, soprattutto, una petizione popolare per rilanciare la “Vertenza ferrovie in Calabria” e chiedere quindici nuovi treni per la regione. Per rilanciare la tratta Cosenza-Catanzaro e riqualificare (e riaprire) le ferrovie taurensi. Nello struscio dell`uscita delle scuole qualcuno si è interrogato, molti hanno tirato dritto, ma è così che si comincia. Partendo da Reggio Calabria e percorrendo tutta la linea jonica, fino a Catanzaro lido. Incontrando sindaci (quasi) a tutte le fermate. C`erano quelli di Melito, Montebello, Palizzi, Bovalino. A Locri, oltre al primo cittadino, c`era un gruppo di studenti che chiedeva “Un treno per la Locride”, insieme con il vescovo Giuseppe Morosini. E il treno, per l`occasione composto da due vetture (di solito è una e dicono che il viaggio sia intollerabile), si è fermato: una stretta di mano tra le anime del movimento (i prof Domenico Gattuso, che insegna Trasporti all`università “Mediterranea” di Reggio Calabria, e Tonino Perna, docente di Sociologia economica) e il primo cittadino di turno. Due parole e poi via, anche per non accumulare ritardi. In carrozza si discute dell`importanza delle linee ferrate. Di quando ci si trovava in stazione per le assemblee sindacali, e i capitreno litigavano con i manovratori. Di quando si faceva a gara, sulla costa, a chi aveva la stazione meglio “decorata”. Un amarcord “facile”: basta vedere in che stato è ridotta quella di Ardore. Abbandonata, chiusa e degradata. I binari – e il lavoro alacre di chi li ha pensati e costruiti – hanno fatto l`Italia e adesso quell`Italia non c`è più. È diventata un Paese che non si preoccupa più per la scomparsa di un patrimonio che è anche e soprattutto storico. «Per questo – spiega Gattuso – questa iniziativa ha un senso. Perché il sistema ferroviario porta sviluppo, ma anche cultura. E ci pemette di attraversare posti meravigliosi. Solo che altrove, come in Svizzera, le istituzioni investono su queste risorse, qui invece si vive alla giornata». Ed è una giornata in cui manca la politica e mancano i manager. Il giudizio del docente universitario è tranchant ma rende l`idea: «Le Ferrovie della Calabria sono in perenne crisi ma sono l`unica azienda che, nonostante tutto, non cambia il management. Non hanno una strategia né un piano di investimento. E la politica non supplisce. Certo, c`è un consigliere delegato ma non decide e non pianifica investimenti. Le giunte regionali non fanno nulla da dodici anni. E ci sono politici che da anni ci spiegano che la linea jonica va tagliata perché è un ramo secco e sostituita con un`autostrada: bene, l`autostrada non c`è e non abbiamo neppure una linea ferroviaria dignitosa». Un trionfo, insomma.



PS: Per realizzare questo servizio è stato necessario partire da Reggio Calabria alle 8,05, percorrendo la linea jonica fino a Catanzaro lido. Il treno si è fermato in tutte le stazioni e ha anche avuto un piccolo guasto. L`arrivo, previsto per le 10,50, è slittato di qualche minuto. Poi, da Catanzaro lido al centro, siamo arrivati con la littorina, partita alle 11,40. Destinazione raggiunta alle 12,05. Quattro ore da Reggio Calabria a Catanzaro. Quante ne servono per andare da Bologna a  Torino, ma andata e ritorno. Dal capoluogo a Lamezia (la redazione è a due passi dalla stazione ferroviaria), poi, si arriva con l`autobus delle 14,12 (quello delle 13,40 porta direttamente a Cosenza e non fa fermate), che ferma in aeroporto alle 14,43. Giusto in tempo per veder giungere la navetta (14,48) che viaggia verso la stazione. Però parte alle 15,15 (per un tragitto che dura tre minuti). Erano solo trenta minuti di attesa, ma ci siamo arresi e abbiamo accettato un passaggio.

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