«Scopelliti vuole indebolire Cosenza»
La metro leggera che dovrà unire Catanzaro a Germaneto è stata appaltata, quella tra Cosenza e Rende ancora no. Dietro questa constatazione c’è tutta la preoccupazione del gruppo regionale del Pd, gu…

La metro leggera che dovrà unire Catanzaro a Germaneto è stata appaltata, quella tra Cosenza e Rende ancora no. Dietro questa constatazione c’è tutta la preoccupazione del gruppo regionale del Pd, guidato da Sandro Principe, che il progetto sia destinato a saltare, a causa di una strategia precisa per «indebolire l’area urbana potenzialmente più importante della Calabria». Il sospetto è emerso nel corso della conferenza stampa di fine anno, tenuta da Principe, Maiolo e Guccione, per chiedere un impegno chiaro e definitivo sulla questione a Scopelliti, Mancini e Gentile.
Il rischio paventato dai tre esponenti democratici è che la tentazione del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, di rivedere il tracciato della metro leggera introducendo ampie modifiche, finisca per snaturare il progetto originario già finanziato e che diventando una cosa del tutto nuova implichi una ripartenza da zero del progetto stesso, con conseguente perdita dei fondi, che possono essere di duecento milioni di euro. Una cifra determinante per il potenziamento delle infrastrutture dell’area urbana della provincia di Cosenza e per il suo sviluppo, ancor di più in tempi drammatici di crisi. Di qui il perentorio richiamo dei democratici alla Regione, alla quale si chiede un chiaro crono programma dei lavori, partendo dalla data, non fissata ancora, della gara d’appalto.
In questo quadro non sembra aiutare la tentazione spesso dichiarata del sindaco di Cosenza di rinverdire antichi fasti del capoluogo rilanciando una presunta cosentinità. Una tentazione che va oltre la mancata volontà di vedere il progetto della metro leggera come un patrimonio dell’area urbana complessiva, ma che si concretizza anche nella annunciata volontà di ristrutturare e ampliare l’ospedale cittadino e non invece immaginare un centro sanitario decentrato e territoriale. Anche su questo Maiolo chiede a Occhiuto una parola chiara, mentre per Principe sembra mancare il senso delle istituzioni, al punto da affermare che «qualcuno vuole bloccare lo sviluppo del territorio cosentino».
Maiolo si premura di spiegare chi sia l’imputato di tale piano, visto che «la campagna elettorale per la Regione è stata tenuta dichiarando di voler estendere il modello Reggio. Dunque a essere destinata alla perifericità non è certo la città dello Stretto». Il timore dichiarato con fermezza è che saltando il progetto della metro leggera, per via delle modifiche che si intendono apportare all’idea originaria, i fondi possano essere dirottati altrove, esattamente come recentissimamente accaduto «per i finanziamenti delle minoranze linguistiche, finiti nel reggino, o per i fondi procapite relativi alla spesa sanitaria, che hanno visto Cosenza perdere 41 milioni», come ha spiegato Guccione. Con la consueta tenacia, Principe ha rivendicato ai governi cittadini di centrosinistra, con Mancini alla guida del capoluogo, la nascita dell’idea della metro leggera, idea che oggi il centrodestra minacciano di far naufragare.