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Scontro sui fondi alle minoranze

La Provincia di Cosenza cercherà un incontro con la Regione per ricondurre alla legalità l’interpretazione della legge 428 che tutela le minoranze linguistiche, «altrimenti si opporrà in tutte le sed…

Pubblicato il: 09/01/2012 – 20:22
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Scontro sui fondi alle minoranze

La Provincia di Cosenza cercherà un incontro con la Regione per ricondurre alla legalità l’interpretazione della legge 428 che tutela le minoranze linguistiche, «altrimenti si opporrà in tutte le sedi all’applicazione della decisione assunta da Scopelliti». Mario Oliverio sente l’umore dell’assemblea degli Stati generali delle minoranze linguistiche e traduce in scelta operativa e politica l’indirizzo che viene dal dibattito. Un incontro pacato ma assolutamente irritato dalla scelta della Regione di considerare grecofona la provincia di Reggio, con la conseguenza di destinare a quest’ultima quasi sette milioni di euro. Eppure come sanno in tanti e come con scientifico impegno e pignoleria ribadisce il professor John Trumper, la provincia dove maggiormente e storicamente sono presenti minoranze linguistiche è quella di Cosenza.
Non è il momento dei convenevoli e infatti senza molti giri di parole si pronuncia il termine truffa, riferendosi alla decisione della Regione. La legge sulle minoranze linguistiche tutela specificatamente le aree territoriali dove storicamente si parlano lingue differenti da quella ufficiale. Di qui la differenza di interpretazione che ha consentito alla provincia di Reggio di definirsi area di minoranza linguistica. Infatti si è artatamente confuso la lingua con il parlante, laddove quest’ultimo è il cittadino che parla quella lingua minoritaria, che però resta radicata per storia e tradizione in una ben definita area geografica. In questo modo la Provincia di Reggio ha potuto alzare da sei a sedici il numero dei comuni grecofoni, accaparrandosi così la porzione maggiore dei fondi Fers, destinati nel Por Calabria alla tutela e alla valorizzazione delle lingue minoritarie. Nel dettaglio al territorio di Cosenza vanno poco meno di sei milioni di euro, ma ben cinque in meno di quanto previsto.
A spiegare con efficacia il meccanismo messo in moto per raggiungere questo obiettivo da parte della Regione è stato l’ingegner Soda, che ha partecipato alle assai tese riunioni con l’assessore Caligiuri. Ma a sottolineare l’aspetto più politico sono stati Mario Brunetti prima e Mimmo Talarico poi. Il vecchio parlamentare di origine arberesh ha rammentato le difficili battaglie sostenute per conquistare la legge per la tutela delle minoranze, e ha spiegato come questo tentativo della Regione Calabria miri a svuotarne il senso, spostando l’attenzione dai luoghi storicamente rappresentativi delle lingue minoritarie ai cittadini che parlano quelle lingue. Perfino più duro Talarico, che non ha esitato a collegare questa scelta della Regione con una forma di smaccato clientelismo politico. «L’essere reggini è il presupposto per tutte le scelte regionali», ha accusato il consigliere di Idv, invitando i sindaci arberesh a denunciare in procura insieme a lui il presidente Scopelliti. Puntuale pure l’intervento di Francesco Altimari, docente unical, che ha lamentato la distrazione della Regione circa le indicazioni venute dall’università e ha proposto la nascita di un comitato scientifico che valuti le decisioni della Regione.
Nella sala intanto con fare ironico si aggirava Trumper, sussurrando che questa decisione è il frutto della distanza tra la cultura e la politica, «quando si separano, si generano mostruosità».

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