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Rinviato a giudizio il consigliere regionale Rappoccio

Inizierà il 29 marzo davanti al Tribunale di Reggio il processo contro il consigliere regionale del Pri Antonio Rappoccio. Dopo alcune ore di camera di consiglio, il gup Silvana Grasso lo ha rinviato…

Pubblicato il: 26/01/2012 – 18:07
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Rinviato a giudizio il consigliere regionale Rappoccio

Inizierà il 29 marzo davanti al Tribunale di Reggio il processo contro il consigliere regionale del Pri Antonio Rappoccio. Dopo alcune ore di camera di consiglio, il gup Silvana Grasso lo ha rinviato a giudizio con l’accusa di scambio elettorale. Altra tegola in testa per la maggioranza di Palazzo Campanella e per la Regione Calabria che, stamattina, non si è costituita parte civile nel corso dell’udienza preliminare a carico dell’esponente dei Partito repubblicano.
Si è costituito parte civile, invece, l’ex presidente del consiglio comunale di Reggio, Aurelio Chizzoniti, assistito dall’avvocato Carmelo Malara, dalle cui denunce (in tutto una quindicina) è partita l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Stefano Musolino.
Dalle indagini è emerso che Rappoccio, presente in aula, sarebbe stato l’ideatore di concorsi “fantasma”. «In particolare – scrivono i magistrati – a ciascun aspirante veniva richiesto un impegno elettorale per il raggiungimento dell’obiettivo della creazione dei posti di lavoro ed a tal fine venivano consegnate delle schede che poi venivano restituite alla segreteria del Rappoccio in cui figurano annotati i nominativi degli elettori di cui veniva assicurato il voto, con indicazione del seggio e della sezione elettorale».  
La centrale operativa era in via San Francesco Da Paola numero 51, a Reggio Calabria. È lì, nell’ex segreteria dell’esponente del Pri a pochi metri da piazza Sant’Agostino, che avevano sede le cooperative al centro dell’inchiesta sul caso Rappoccio. Prima l’Alicante, poi la Iride Solare e, infine, la Sud Energia. Buona parte dei soggetti che ruotavano attorno a queste società, oggi lavorano al Consiglio regionale nella struttura del consigliere indagato.
Nel processo si sono costituiti parte civile anche il presidente dell’ “Iride Solare” Pasquale Tommasini e i giovani Antonio Caridi, Giuseppe e Santino Nucera (assistiti dall’avvocato Domenico Serrao).
Tommasini  è oggi uno dei testimoni chiave dell’accusa. È stato lui, infatti, a spiegare i meccanismi della “cricca Rappoccio” alla Guardia di Finanza.
«Per come mi hanno riferito persone che lavoravano per lui, Rappoccio aveva dato ordine di distruggere tutta la documentazione che in un modo o nell’altro poteva interessarlo». È una delle frasi più pesanti riferite da Tommasini agli inquirenti.
Secondo il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e il sostituto Stefano Musolino, Rappoccio ancora prima della campagna elettorale avrebbe approfittato della grave crisi occupazionale, prospettando «concrete possibilità di lavoro presso cooperative strumentalmente costituite che avrebbero dovuto operare in vari settori fra cui, dopo il fallimento di altri fantomatici progetti (sportello informativo, orto botanico per piante rare e palestra per riabilitazione di soggetti disabili), anche in quello fotovoltaico, creando a tal fine la cooperativa Alicante e successivamente altra denominata “Iride solare” così inducendo a promettere il proprio sostegno elettorale, e quello di amici e congiunti, a circa 850 persone, partecipanti ad un bando di concorso le cui prove scritte venivano espletate verso la fine del 2009 (prima delle elezioni quindi, ndr) e mentre quelle orali, iniziate in data 17 maggio 2010 (dopo le elezioni, ndr), venivano sospese il 16 settembre 2010».
Tutte accuse che sono state ribadite stamattina in aula dal pm Francesco Tripodi il quale ha concluso la sua relazione con la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Antonio Rappoccio, difeso dall’avvocato Giacomo Iaria. Richiesta accolta dal gup Silvana Grasso.

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