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Piano casa, l`allarme del Pd

Il Piano casa, di cui il governo regionale pare andar fiero, si profila invece come un disastro. Al di là dei proclami di propaganda, che vorrebbero la maggior parte dei calabresi in trepidante attes…

Pubblicato il: 06/02/2012 – 15:50
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Piano casa, l`allarme del Pd

Il Piano casa, di cui il governo regionale pare andar fiero, si profila invece come un disastro. Al di là dei proclami di propaganda, che vorrebbero la maggior parte dei calabresi in trepidante attesa della sua approvazione, dentro il piano regionale si nasconde una deregolamentazione devastante per il territorio. L’allarme giunge dal gruppo dei consiglieri regionali del Pd, riuniti da Sandro Principe per spiegare i pericoli che incombono. «La nostra è una battaglia per limitare i danni», spiega accorato Principe, per il quale questo Piano casa risponde a una visione sbagliata di sviluppo e si pone in contrasto con molte norme generali in vigore. Di qui la decisone di impugnarlo, anche rivolgendosi a Monti.
Il piano prevede la possibilità di aumentare del 20% la volumetria di ogni unità abitativa, delegando un blando controllo ai Comuni. Che alla fine si riveleranno il baluardo istituzionale più fragile, esposti alle inevitabili pressioni degli speculatori, pronti al saccheggio del territorio. Senza esitazioni il capogruppo del Pd rimanda alla memoria gli scempi compiuti tra gli anni Sessanta e Settanta, quando la Calabria e in particolare le sue coste furono oggetto di edificazioni indiscriminate e scellerate.
Il Pd ci tiene a ribadire che la sua opposizione non è radicale, visto che «limitare l’ampliamento ai piccoli edifici, allo scopo di soddisfare esigenze abitative, potrebbe essere condivisibile», mentre è certamente inaccettabile che tale permesso venga riconosciuto a enormi strutture. Il rischio, non secondario, sta anche nella possibilità, evidenziata da Mario Maiolo, che questa iniziativa agevoli il riciclo di denaro di dubbia origine.
A Carlo Guccione pare evidente che il Piano casa cela in realtà un megacondono mascherato, con l’aggravante di essere approvato in una regione ad alto rischio geologico. Anche dal punto di vista propriamente economico, il Piano previsto potrebbe rivelarsi un bluff. Concepito per rilanciare l’economia regionale, trascura invece la vera strada per un rilancio, che invece dovrebbe interessare le opere pubbliche. Per questo Guccione chiede  a Scopelliti di «abbandonare i proclami e prendere decisioni che davvero siano finalizzati al rilancio dell’edilizia».
Il saccheggio del territorio dunque come risposta alla crisi, mentre il Pd «aveva individuato altre soluzioni», spiega Maiolo, che dati alla mano rivela come «la Calabria non abbia bisogno di ampliare il suo patrimonio edilizio, già notevole, ma di risanarlo, e renderlo accessibile alla popolazione». Una visione diversa, sia dello sviluppo economico che dell’uso del territorio, «che si aggrava data la condizione di fragilità della Calabria, anche dal punto di vista sismico», ha aggiunto Mario Franchino.
La parola magica più frequentemente utilizzata nel redigere il Piano casa è il termine «in deroga». Un segno di come l’intero impianto sia costruito sulla negazione e l’aggiramento di leggi e norme, perfino costituzionali, a discapito della tutela dell’ambiente e della sicurezza. Un aumento del 20% della volumetria degli edifici, al di là del danno al territorio, rischia di sfuggire a un controllo severo e accurato degli organi pubblici preposti, infatti a garantire la stabilità delle nuove strutture basterà la firma di un tecnico privato.
Un po’ poco in una terra ballerina.

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