«Manifestazione nazionale per sostenere Scopelliti»
Continua l’offensiva scatenata dal Pdl contro il colonnello dei carabinieri Valerio Giardina, “reo” di aver riferito in un’aula di tribunale, nel corso del processo “Meta”, i contenuti dell’informati…

Continua l’offensiva scatenata dal Pdl contro il colonnello dei carabinieri Valerio Giardina, “reo” di aver riferito in un’aula di tribunale, nel corso del processo “Meta”, i contenuti dell’informativa del Ros in cui si registravano incontri compromettenti fra l’allora sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti e uomini vicini alla ’ndrangheta. Questa volta a parlare è il senatore Antonio Gentile, che alza l’asticella chiamando in causa anche i vertici nazionali del partito: «Spero – ha dichiarato – che il Pdl e tutta l`area moderata, e per questo mi adopererò, organizzino una manifestazione nazionale a sostegno del presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, che rischia di essere dilaniato nell`opinione pubblica senza una giustificazione concreta se non le parole di un uomo».
Difficile trovare traccia dell’aggressione mediatica nei confronti del governatore. In molti, nel Pdl, hanno invece ritenuto necessario riempire le pagine dei giornali locali di attestati di solidarietà nei suoi confronti. Il problema, a questo punto, sembra essere proprio Valerio Giardina. Il carabiniere, giova ricordarlo, che ha catturato boss del calibro di Pasquale Condello, Peppe Morabito, Giuseppe e Gregorio Bellocco. Tanto per fare qualche esempio.
«Quanto emerso in questi giorni nei confronti del governatore Scopelliti – aggiunge Gentile – è un “de relato”. Una dichiarazione resa da un ufficiale dei carabinieri che, in precedenza, avrebbe riconosciuto allo stesso presidente un grande impegno e una grande disponibilità nella sua qualità di sindaco di Reggio Calabria nell`offrire soluzioni logistiche e strutture pubbliche per la lotta alla `ndrangheta. La vicenda è molto delicata e chiama alla memoria non solo il garantismo giudiziario, ma quello mediatico. Con le parole, diceva Sciascia, si può uccidere una persona innocente così come, esattamente, con la lupara la mafia uccide i suoi nemici».
«Come commissario dell`Antimafia – dice ancora Gentile – non ho mai privilegiato le mie posizioni di partito a quelle istituzionali, ben sapendo che il nemico da combattere è il cancro velenoso che affligge il nostro Paese. Ma non posso tacere dinanzi al dileggio cui è sottoposto un giovane che ha ottenuto quasi il 70% dei calabresi e che merita non privilegi, ma il rispetto di tutti».
Il senatore scivola giusto nel finale: «Con lui abbiamo costruito liste pulite e immacolate e alleanze politiche divenute esempio in tutto il Paese». Gentile dimentica, o finge di dimenticare, che in quelle liste c’erano anche i due consiglieri regionali Franco Morelli, in carcere con l’accusa di associazione mafiosa, e Santi Zappalà, in cella con l’accusa di corruzione elettorale.