Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 12:53
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Dall`assessore Capua nessun intervento sui migranti sfruttati in Calabria

Non capisco cosa significhi il continuo riferimento verso l’inesportabile – per fortuna – “modello Reggio” – con l’Africa, le politiche per la pace e con i processi di integrazione dei  popoli – fatt…

Pubblicato il: 21/02/2012 – 15:22
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Dall`assessore Capua nessun intervento sui migranti sfruttati in Calabria

Non capisco cosa significhi il continuo riferimento verso l’inesportabile – per fortuna – “modello Reggio” – con l’Africa, le politiche per la pace e con i processi di integrazione dei  popoli – fatto in occasione dell’annunciata richiesta di un finanziamento che vedrebbe la nostra Regione impegnata, cito testualmente «non solo a sostenere le azioni di partenariato economico e commerciale già intraprese con il programma “Calabria Internazionale” a Nord della Calabria e dell’Europa, ma  soprattutto a guardare, al Sud della nostra Regione, con più attenzione rispetto al passato».
Partiamo intanto da quest’ultima affermazione perché non si tratta affatto contrariamente a quanto sostenuto dall’assessore all’Internazionalizzazione e alle Politiche attive per la pace della Regione Calabria di una maggiore attenzione – verso alcuni Paesi dell’Africa – rispetto al passato – ma si è trattato invece di una reiterata disattenzione durata anni poiché nulla è stato mai realizzato in tema di politiche attive per la pace. Ricordo poi, che le politiche per la pace non sono modelli esportabili come le merci – area questa – maggiormente a cuore all’assessorato in questione visto  l’impegno profuso in questa direzione, ma al suo contrario frutto invece, di pratiche che sedimentano nella conoscenza reciproca tra noi e l’altro. Perciò credo, siano queste, un processo continuo di relazioni che mirino tra loro a scambiarsi contemporaneamente modelli di partecipazione democratica alla pari – per rimuovere la saccenza e l’arroganza di esportare presunti modelli di civilizzazione e sottomissione economica – come la politica dei mercati finanziari invece impone.
Ciò premesso, torno a chiedermi allora ancora una volta cosa significhi il riferimento verso la continuità con il pensiero del governatore della Calabria di oggi – e sindaco di Reggio Calabria ieri – per come sostenuto dall’assessore Capua con i temi importanti che i movimenti migratori dei nostri giorni per esempio pongono? Non mi sembra che il “modello Reggio” e quello intrapreso poi, con colpevole ritardo da parte dell’assessorato in questione, abbiamo rimosso o siano, per quanto di loro competenza saputi intervenire a Rosarno come a Corigliano Calabro – dove migliaia di stranieri sono lì sfruttati da regole economiche che mortificano la dignità dell’uomo e che non favoriscono affatto i temi della pace o si ritiene che tutto questo non abbia nulla a che fare con tali politiche? Dove sono laboratori e uffici della pace co-progettati nell’intento di dialogare attivamente con le comunità locali e non? Esportiamo ed importiamo allora anche buone prassi che passino perché no – anche dallo scambio dei mercati, ma di quello che si pone in termini di mutua sussidiarietà verso chi ne ha bisogno, che mette al centro del suo interesse – la redistribuzione della ricchezza e non l’ossessivo sfruttamento del più debole. È pur vero che partire con ritardo è sempre meglio del non fare nulla, come fatto dalla Regione Calabria, ma come non ricordare che mentre in Serbia si infiammavano rigurgiti nazionalistici anche per la dichiarata indipendenza del Kosovo e forti ritornavano le discriminazioni contro uomini, donne e bambini di etnia rom – che la Regione Calabria, assessorato alla Pace era invece lì presente solo per una missione economica? Come non ricordare che mentre tutti i riflettori dell’opinione pubblica mondiale erano puntati sull’Egitto, sui giovani di piazza Tahrir la Regione Calabria, assessorato alla Pace, era lì per internazionalizzare i mercati, mentre la maggior parte delle Regioni italiane erano invece lì impegnate in ben altre missioni a carattere umanitario appoggiandosi a soggetti non istituzionali come la stessa Commissione europea da anni sollecita? Allora si pensi ad altri modelli che non siano quelli dell’eterea evanescente apparenza di un modo di fare arrogante oramai imploso che nulla ha prodotto circa i cambiamenti epocali in atto e tutt’ora rivendicati nelle piazze da milioni di uomini e donne in ogni angolo del mondo e che in loro nome, in migliaia, hanno perso in tanti anche la vita.

Argomenti
Categorie collegate

x

x