Palazzo San Giorgio, nuova lite tra le minoranze
Un ordine del giorno approvato a maggioranza, con cui l’amministrazione di palazzo San Giorgio preannuncia di adire le vie legali nei confronti di chi lede l’immagine della città, l’elezione del nuov…

Un ordine del giorno approvato a maggioranza, con cui l’amministrazione di palazzo San Giorgio preannuncia di adire le vie legali nei confronti di chi lede l’immagine della città, l’elezione del nuovo segretario questore dell’opposizione e l’ennesima lite tra le minoranze. L’ultima seduta del consiglio comunale di Reggio non ha consegnato nulla di memorabile o di nuovo alla storia politica della più popolosa città calabrese. Innanzitutto, la maggioranza ha dato il via libera al documento con cui il civico consesso ha impegnato «il sindaco ad adottare ogni iniziativa utile al fine di tutelare la città e le sue istituzioni da qualsiasi tipo di condotta lesiva del loro prestigio. Ciò tramite opportune azioni giudiziarie da intraprendersi nelle sedi amministrative, civili e penali». Nella narrativa dell’atto che ha ottenuto il disco verde dell’assemblea municipale, viene sostanzialmente stigmatizzato il comportamento degli organi d’informazione, rei di aver di portare portato «il dibattito nel campo del pettegolezzo, della maldicenza quando non addirittura della menzogna». Così «Reggio Calabria ha subito una negativa sovraesposizione mediatica con un conseguente e graduale deterioramento dell`immagine della città». Come se il vero problema fossero i servizi giornalistici che raccontano i fatti e non, piuttosto, la presenza di una voragine di bilancio di 170 milioni di euro, le numerose indagini sui rapporti tra politica comunale e criminalità organizzata e, infine, la nomina di una Commissione d’accesso per accertare eventuali infiltrazioni mafiose al Comune.
Poi è andato in scena il teatrino delle opposizioni, chiamate a indicare un nuovo segretario questore, dopo la sentenza del Tar che ha annullato la vecchia elezione di Paolo Brunetti (consigliere di “A testa alta”, il movimento dell’ex presidente del consiglio regionale Peppe Bova), avvenuta anche con i voti della maggioranza. Il Pd e Italia dei valori, dopo un recente riavvicinamento, avevano proposto di indicare De Caridi (Idv) come questore e Brunetti come presidente della commissione di garanzia. Ipotesi bocciata dai consiglieri del Polo civico (capeggiati da Bova) che hanno rotto le trattative comunicando di voler abbandonare l’aula al momento del voto. Così è stato. Alla fine, le forze della minoranza hanno fatto convergere le loro preferenze su Nino Liotta (Energia pulita), eletto dunque nella carica di segretario dell’assise. Si è così consumata una nuova frattura all’interno dell’opposizione. Circostanza che non costituisce una novità. Così come non sorprende più di tanto “l’assist” che il consigliere Daniele Romeo, fresco di elezione a coordinatore Grande città del Pdl, ha rivolto agli uomini di Bova, accusando il centrosinistra di dare vita a una «prova muscolare» e invitandolo a essere «più democratico».