Caso Rappoccio, Chizzoniti querela Ielacqua
REGGIO CALABRIA L’ex presidente del consiglio comunale di Reggio Calabria, Aurelio Chizzoniti, ha querelato il segretario regionale del Partito repubblicano italiano Oscar Ielacqua per ingiuria, diff…

REGGIO CALABRIA L’ex presidente del consiglio comunale di Reggio Calabria, Aurelio Chizzoniti, ha querelato il segretario regionale del Partito repubblicano italiano Oscar Ielacqua per ingiuria, diffamazione e calunnia.
Le premesse per un acceso dibattimento ci sono tutte nel processo che stamattina è iniziato ed è stato subito rinviato al 7 giugno a carico del consigliere regionale del Pri Antonio Rappoccio, rinviato a giudizio nelle settimane scorse per scambio elettorale. Secondo l’accusa, è lui l’ideatore di concorsi “fantasma” attraverso cui centinaia di aspiranti sarebbero stati presi in giro. A loro, stando alla ricostruzione della Procura, «oltre al versamento di una quota di 20 euro per la partecipazione al concorso, veniva richiesto un impegno elettorale per il raggiungimento dell`obiettivo della creazione di posti di lavoro».
Voti in cambio di false promesse insomma. Il consigliere regionale e la sua cricca avrebbero consegnato «delle schede che poi venivano restituite alla segreteria del Rappoccio in cui figurano annotati i nominativi degli elettori di cui veniva assicurato il voto, con indicazione del seggio e della sezione elettorale».
Secondo il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e il sostituto Stefano Musolino, infatti, il repubblicano ancora prima della campagna elettorale avrebbe approfittato della grave crisi occupazionale, prospettando «concrete possibilità di lavoro presso cooperative strumentalmente costituite che avrebbero dovuto operare in vari settori fra cui, dopo il fallimento di altri fantomatici progetti (sportello informativo, orto botanico per piante rare e palestra per riabilitazione di soggetti disabili), anche in quello fotovoltaico, creando a tal fine la cooperativa Alicante e successivamente altra denominata “Iride solare” così inducendo a promettere il proprio sostegno elettorale, e quello di amici e congiunti, a circa 850 persone, partecipanti ad un bando di concorso le cui prove scritte venivano espletate verso la fine del 2009 (prima delle elezioni quindi, ndr) e mentre quelle orali, iniziate in data 17 maggio 2010 (dopo le elezioni, ndr), venivano sospese il 16 settembre 2010».
Un reato per il quale la Procura ha iscritto nel registro degli indagati anche i collaboratori del consigliere regionale del Pri. In tutto, nelle scorse settimane, la guardia di finanza ha notificato 17 avvisi di garanzia.
Nel corso delle udienze preliminari, l’avvocato Giacomo Iaria (difensore di Rappoccio) ha depositato nel fascicolo del procedimento penale l’esito delle indagini difensive nell’ambito delle quali il legale ha interrogato tutti i personaggi che ruotavano intorno al suo assistito.
QUERELATO IL SEGRETARIO DEL PRI Nella sua deposizione il segretario regionale del Pri, Oscar Ielacqua, avrebbe affermato di essere stato minacciato da Chizzoniti nel corso di una telefonata con la quale l’ex presidente del consiglio comunale gli ha anticipato l’esposto nei confronti di Rappoccio.
In sostanza Ielacqua, commendando la telefonata avuta con Chizzoniti, ha affermato: «Lui mi ha insistito che avrebbe continuato perché c’erano gli elementi perché lui potesse avere ragione che però era disponibile ad una transazione, parole testuali, ad una bonaria transazione. Prima mi ha fatto una minaccia e poi mi ha detto che è disposto ad una transazione. Nel gergo politico si intende che sarei disposto a ritirare la minaccia se la transazione bonaria va in porto. Visto il ruolo che avevo io in quel momento di interlocutore con Scopelliti, che era il governatore, e dunque si trattava di incarichi di governo o sottogoverno, probabilmente qualcuno di quegli incarichi poteva entrare in quella bonaria transazione».
Secca la risposta di Chizzoniti scritta nella querela contro il segretario del Pri: «Il colloquio in questione non ha mai assunto toni o contenuti neanche lontanamente assimilabili a minacce. Appare di tutta evidenza la gratuita e disinvolta attribuzione ad una telefonata di cortesia di un significato inesistente, volutamente travisato, ascrivendo deliberatamente al sottoscritto un intento transattivo mai perseguito. Il sottoscritto certamente non avrebbe avuto bisogno della mediazione del signor Ielacqua per qualsivoglia rapporto di interlocuzione con il governatore Scopelliti, poiché con lo stesso nella qualità di Sindaco ha condiviso per ben nove anni il governo della città di Reggio Calabria quale presidente del consiglio comunale».
DUE VERBALI, DUE VERSIONI La sensazione è proprio questa. Nei giorni scorsi Chizzoniti ha inviato una nota alla Procura della Repubblica nella quale ha sottolineato le incongruenze delle dichiarazioni rese da alcuni soggetti interrogati dall’avvocato Iaria rispetto ai verbali resi dagli stessi alla guardia di finanza.
In particolare, l’ex presidente del consiglio comunale ha invitato gli inquirenti a verificare se possa essersi configurato il reato di falsa testimonianza visto che «anche una lettura superficiale delle indagini difensive consente di accertare l’assoluta difformità tra le deposizioni» rese da Maria Antonia Catanzariti, Santo Surace, Elisa Campolo, Loredana Tolla, Roberta Arcidiacono e l’ex consigliere del Pri Paolo Ferrara. Tutti, tranne quest’ultimo, sono già indagati per reato connesso.
Singolare, inoltre, quanto hanno affermato dalle collaboratrici Loredana Tolla ed Elisa Campolo che «pateticamente – scrive Chizzoniti – puntualizzano all’avvocato Iaria di non fare parte della struttura di Rappoccio ma… di quella dell’onorevole Giulio Serra, capogruppo del quale fa parte proprio il consigliere Rappoccio! Visto che l’onorevole Serra è cittadino di Cassano allo Jonio, distante ben 300 km da Reggio, il duo Tolla-Campolo come ha fatto a conoscere il consigliere regionale se non attraverso il veicolo trainante Rappoccio?».