COSENZA Un viaggio contromano, nel verso opposto al senso comune, dentro i meridioni e le storie delle persone che li abitano. Marina Valensise è una calabrese che fa la giornalista a Roma e che del suo viaggiare al contrario, da sud a nord, ha fatto un libro edito da Marsilio, dal fiducioso titolo “Il sole sorge a sud”. Una narrazione sospesa tra lo stile letterario e quello giornalistico, accompagnata dallo sguardo a volte nostalgico, più spesso intriso di osservazione sociologica, per raccontare le enclave, le isole buone, i motivi di speranza che ci sono a queste latitudini, e anche questo è un andare in direzione contraria. Una idea del sud che pare condivisa e diffusa, visto che nel corso della presentazione cosentina del libro, l’autrice ha trovato molti consensi. La libreria Mondadori, nel centro di Cosenza, si è trasformata in un luogo di discussione, al cui centro è stata Marina Valensise, che ha spiegato che questo viaggio al contrario è stato una scoperta di realtà che forse meritano una narrazione più frequente. Realtà fatte di coraggio, civile, imprenditoriale, sociale. Ma pure di ingegno, fantasia, cultura antica sposata col moderno. E dalle pagine escono storie di preti venuti da lontano a insegnare il coraggio, di magistrati pessimisti e che però ogni mattina vanno in trincea, di imprenditori con le radici nel passato e lo sguardo nel tempo che deve venire.
Emergono pure le differenze che ci sono nel meridione, che forse andrebbe declinato al plurale. Quello difficile della Calabria, quello fantasioso della Puglia, quello tenace della Basilicata e quello che stupisce della Campania. Le ombre nere non mancano, non potrebbero mancare. Accompagnano il viaggio dell’autrice per tutto il tempo. Dall’Aspromonte, su fino in Campania. Ma non vince Gomorra, vincono invece gli uomini di buona laica volontà. Le ombre nere si dileguano, restando ai margini delle pagine del libro. Nella realtà magari non è proprio così, ma i libri servono pure a questo, a pensare possibili le cose difficili.
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