Di Pietro: «Le candidature siano controllate»
CATANZARO «L`attuale giunta regionale, la precedente o l`altra ancora. In Calabria, ma non solo, invertendo gli ordini degli addendi, la somma non cambia. Ogni volta che qualcuno va a fare politica s…

CATANZARO «L`attuale giunta regionale, la precedente o l`altra ancora. In Calabria, ma non solo, invertendo gli ordini degli addendi, la somma non cambia. Ogni volta che qualcuno va a fare politica si scopre che lo fa solo per interessi personali, tanto è vero che poi arriva sempre la magistratura». Lo ha detto il presidente dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, stamane a Catanzaro, circa l`attività della giunta regionale della Calabria. Un incipit sui temi regionali (prima Di Pietro aveva parlato di Finmeccanica, tasse e costi della politica), nel quale l`ex pm di Mani Pulite sembra accomunare tutti in un impeto quasi grilliano. Ma arrivano i distinguo: «Noi vogliamo che – sostiene Di Pietro – le candidature siano controllate e certificate perché altrimenti si verifica che una persona che ha fatto il sindaco per tanti anni e in relazione alla quale c`è una commissione d`accesso per vedere cosa ha combinato, un sottosegretario inquisito, poi li ritroviamo a governare ad un piano superiore». Il leader di Idv non fa nomi, ma basta poco per ricordare che alla guida della Regione Calabria c`è Giuseppe Scopelliti, un ex sindaco (di Reggio Calabria), il cui mandato è oggetto di accertamenti da parte della magistratura. E al suo fianco c`era un sottosegretario come Alberto Sarra, recentemente interdetto dopo la richiesta del pm di Catanzaro, Gerardo Dominijanni. Per Di Pietro, il meccanismo che consente queste anomalie è «ingiusto perché si permette a persone di governare senza prima spiegare come hanno amministrato in precedenza».
AFFONDO CONTRO IL CENTRODESTRA CATANZARESE
Di Pietro è poi passato ai temi legati alla campagna elettorale del capoluogo. «Scomodare una intera città non per fare il bene di Catanzaro ma per costruire la propria carriera politica si chiama furto politico». Evidente il riferimento a quello che è accaduto a Catanzaro, dove si torna alle urne dopo che l`ex sindaco del centrodestra, Michele Traversa (Pdl), eletto un anno fa, ha optato per il seggio in Parlamento. «In questa città – ha aggiunto – c`è la prova provata di un utilizzo strumentale delle proprie funzioni. Scomodare una città e spendere soldi facendo credere alla città di amministrare per cinque anni e poi restare in Parlamento significa sfruttare la propria posizione. Bisogna porre fine a questo intrallazzo politico». Un botta al centrodestra e una all`astensionismo e all`antipolitica: «Non andare a votare – ha concluso Di Pietro – significa mandare alle urne il voto comprato, venduto, obbligato e quindi paradossalmente chi non va a votare fa gli interessi proprio di quelle persone a cui non vorrebbe dare fiducia».
LA RISPOSTA DEL PDL
«È inaccettabile che ancora una volta Di Pietro, anziché affrontare le questioni di merito e i gravi problemi che affliggono la Calabria, si trascini in una inutile polemica». Il primo a replicare al presidente di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, è il deputato del Pdl Giovanni Dima. «Noi – ha detto Dima – non accettiamo da lui alcun tipo di lezione e riconfermiamo con forza e determinazione il sostegno al presidente Scopelliti e alla sua giunta, che finalmente sta affrontando con risolutezza i gravi problemi calabresi. Ma forse di questo Di Pietro non se ne è mai accorto». È intervenuta anche Dorina Bianchi, parlamentare crotonese del Pdl: «Al leader dell`Idv consigliamo di vedere bene in casa sua, dove qualche scheletro nell`armadio lo troverà di sicuro».