COSENZA Le antiche pietre della cattedrale di Cosenza, con la loro capacità di raccontare la storia e di evocare il senso del sacro, da oggi sono “patrimonio testimone di una cultura di pace Unesco”, ed è il primo riconoscimento di questa natura che giunge alla Calabria. È la conclusione di un percorso iniziato nel 2006, con la raccolta di firme tra i cittadini e arrivato a compimento, come era giusto, proprio nel Duomo cosentino, alla presenza dei rappresentanti dei Clubs Unesco e delle autorità cittadine. Un impegno coronato dal successo, di cui sono stati protagonisti gli uomini e le donne del Club Unesco di Cosenza, “Telesio”, rappresentato durante la cerimonia dal suo presidente Enrico Marchianò. E se Marchinò è stato il rappresentante laico di questa affremazione, quello religioso è certamente don Giacomo Tuoto, parroco rettore della Cattedrale. Entrambi impegnati, nei loro interventi, nel rappresentare il ruolo di pace che in una comunità civile sempre svolge la chiesa di maggiore importanza, nei secoli passati, come nel difficile presente, caratterizzato da una diffusa sofferenza sociale. Il rituale dei saluti della autorità politiche si è consumato marcando le differenze, tra chi laicamente come Maria Francesca Corigliano, assessore alla Cultura della Provincia di Cosenza ha sottolineato come il concetto di pace vada coniugato con la diffusione concreta dei diritti di cittadinanza, che spesso sono negati e offesi, e chi come il consigliere regionale Salvatore Magarò in rappresentanza del governo regionale, ha preferito evidenziare il ruolo della Chiesa nella città. Perfino più accondiscendente verso l’istituzione ecclesiastica è stato il sindaco Mario Occhiuto, per il quale la Chiesa non dovrebbe pagare l’Imu, mentre «dovremmo essere noi a pagare la Chiesa». Parole assai gradite da monsignor Nunnari, vescovo di Cosenza, che in conclusione della serata ha ricambiato la cortesia, esaltando il lavoro di Occhiuto, come sindaco e come architetto, per poi ribadire il ruolo della Cattedrale come luogo di incontro e accoglienza e perciò stesso di pace. Non potevano mancare i riconoscimenti di Annateresa Rondinella e Renata Capria D’Aronco, entrambe in rappresentanza del segretariato generale dei centri Clubs Unesco, e le parole del capitano dei carabinieri Raffaele Giovinazzo, comandante del Nucleo tutela patrimonio artistico della Calabria. Pure presenti i rappresentanti delle istituzioni impegnate nella valorizzazione del patrimonio culturale. Adele Bonofiglio, dei Beni culturali della Calabria e Rosanna Filice, della Soprintendenza per i beni storici e antropologici, hanno spiegato il significato del concetto di monumento storico, mentre gli aspetti propriamente archeologici sono stati esposti dal professor Giuseppe Roma. Tre i suggestivi momenti di musica sacra, con i brani di Guilmant, di Bach e Vierne, eseguite dai maestri del conservatorio Giacomantonio.
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