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«I figli dei boss ora sono nelle istituzioni»

CATANZARO «Le mafie non hanno ideologie politiche. La `ndrangheta, infatti, punta sul cavallo vincente e cerca sempre l`abbraccio con gli uomini delle istituzioni». È questa l`analisi fatta dal procu…

Pubblicato il: 05/06/2012 – 20:03
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«I figli dei boss ora sono nelle istituzioni»

CATANZARO «Le mafie non hanno ideologie politiche. La `ndrangheta, infatti, punta sul cavallo vincente e cerca sempre l`abbraccio con gli uomini delle istituzioni». È questa l`analisi fatta dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel corso di una lezione magistrale all`Università di Catanzaro. «Negli anni Settanta – ha aggiunto – i boss hanno deciso di mandare i loro figli all`università e di farli studiare. Ed ora molti di quelli che un tempo erano ragazzi sono nelle istituzioni. Questa è stata una mossa dei vecchi boss che hanno saputo far entrare nel tessuto sociale le loro generazioni future».
Gratteri ha poi evidenziato che gli uomini della `ndrangheta sono una minoranza ma sono «qualificati, organizzati e monolitici. A loro basta spostare un piccolo pacchetto di voti per stabilire l`elezione di un sindaco. E questo ovviamente significa poi controllare appalti pubblici, insomma fare affari».
«Noi abbiamo un sistema giudiziario farraginoso. Per evitare le prescrizioni, ad esempio, bisognerebbe bloccarle con la sentenza di primo grado». È questa la proposta che Gratteri ha lanciato nel corso della lezione sul tema “Strategie e lotta alla criminalità organizzata”. «Con lo stop alla prescrizione dopo il primo grado – ha aggiunto – si possono chiudere due sezioni della Corte di Cassazione e quei magistrati utilizzarli per le Corti d`appello. Questo ci farebbe risparmiare consistenti somme di denaro che possono essere utilizzate per altro».
In Italia c`è un «codice penale – ha proseguito Gratteri – non più attuale. Con questo codice di procedura penale e l`ordinamento penitenziario non andiamo da nessuna parte e la partita contro la criminalità organizzata la stiamo pareggiando e non vincendo».
«Si pensi – ha evidenziato – che si continua ad andare in udienza con i faldoni e le notifiche degli atti vengono fatte ancora in modo cartaceo. Eppure basterebbe utilizzare le nuove tecnologie per snellire il lavoro e risparmiare fondi. Ecco perché ritengo che la parola d`ordine è informatizzare. E per fare ciò basta modificare il comma di un articolo di legge».

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