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Unical, sindacati: «No alla gestione delle residenze ai privati»

COSENZA «Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Cisal dell`Università della Calabria manifestano preoccupazioni e sospetti riguardo alla decisione del Consiglio di amministrazione del 4 giugno…

Pubblicato il: 21/06/2012 – 12:04
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Unical, sindacati: «No alla gestione delle residenze ai privati»

COSENZA «Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Cisal dell`Università della Calabria manifestano preoccupazioni e sospetti riguardo alla decisione del Consiglio di amministrazione del 4 giugno. La cessione della gestione dei servizi residenziali ai privati rappresenta un attacco ai valori fondativi dell`ateneo». Lo affermano i sindacati in una lettera al rettore, contestando la decisione di affidare i servizi residenziali a privati, come scritto in esclusiva, lo scorso febbraio, dal Corriere della Calabria (in allegato le pagine pubblicate nel numero 35 del settimanale).
«Sin dalla nascita della nostra università – proseguono i sindacati – particolare attenzione è stata posta sul valore della residenzialità e sui servizi ad essa legati. Su queste peculiarità si è sviluppata l`idea di un campus, che contenesse, nel suo perimetro, sia strutture didattiche e di ricerca sia strutture residenziali. Proprio per questo motivo, solo all`Università della Calabria è riconosciuta la particolarità di poter attingere a finanziamenti destinati ai servizi residenziali, di cui altri atenei non possono godere, in quanto non gestori diretti del diritto allo studio, che è, invece, di competenza delle Regioni. Oltre a ciò, proprio per rafforzare l`idea del campus, sono state investite risorse pubbliche e risorse proprie per realizzare strutture adeguate a ospitare non solo la popolazione studentesca ma anche docenti, dottorandi e studenti stranieri». I sindacati chiedono quindi al rettore «di bloccare la delibera e di convocare, entro 10 giorni, un`assemblea di ateneo per discutere su tutte le prospettive legate alla residenzialità e su tutte le criticità che stanno emergendo a seguito dell`applicazione della legge 240/2010. Le organizzazioni sindacali, in attesa di risposte, proclamano lo stato di agitazione del personale tecnico amministrativo».


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