Finale con il botto per il festival Improvviseazioni
RENDE Chiusura in grande stile per il festival Improvviseazioni, da un mese intero a sonorizzare, tinteggiare, adornare di musica e gesto la cittadella universitaria di Arcavacata. Finale con il bott…

RENDE Chiusura in grande stile per il festival Improvviseazioni, da un mese intero a sonorizzare, tinteggiare, adornare di musica e gesto la cittadella universitaria di Arcavacata. Finale con il botto, grazie ai direttori artistici della rassegna Nicola Pisani, Daniela Troiani, Leon Pantarei, Maria Luisa Bigai, in scena in un ensemble originale, prodotta eccezionalmente per l’occasione, composta da una ventina di musicisti che promettono visibilio sulle tavole del Piccolo Teatro Unical. L’Orchestra calabrese, si esibirà stasera dalle 21 musicando composizioni create dal maestro Nicola Pisani per organici del calibro della Dolmen Orchestra, dell’orchestra italo-francese assemblage, dell’European Orchestral Project (per citarne qualcuna). Un musicare dove l’elemento fondante dell’improvvisazione diventa momento di costruzione formale e compositiva. Un diverso approccio al pensiero compositivo legato al jazz e alla musica improvvisata, ingioiellato dalla voice performer e dalla drammaturgia di Maria Luisa Bigai, le evocazioni sensoriali dei flauti di Daniela Troiani, il trasporto ipnotico delle percussioni di Leon Pantarei e, ciliegina sulla torta, la performance danzante della ballerina Mariella Celia. La danzatrice, allieva di Giorgio Rossi – uno degli artisti più importanti d’Italia e d’Europa nel settore – ha tenuto in questi giorni un laboratorio gratuito fra i cubi del campus, dal quale esito scaturirà un piccolo allestimento visivo ad accompagnare le melodie dell’Orchestra calabrese. Un gruppo composto, oltre ai citati, da Erica Gagliardi (voce); Piero Gallina (violino e lira calabrese); Alberto la Neve (sassofoni); Marco Sannini (tromba); Giuseppe Oliveto (trombone); Mario Gallo (tuba); Massimo Garritano (chitarra); Carlo Cimino (contrabbasso); Checco Pallone (tamburi a cornice); Alessio Sisca (batteria). «La danza è poesia» – esprime la Celia interpellata sulla performance – «e quando è chiaro ciò che si esprime con il movimento questo crea una ritmica molto definita. A tal punto da far immaginare, far vedere i suoni, per coloro che guardano». E continua esprimendosi ancora sugli umori e i risultati del laboratorio tenuto: «Sono molto soddisfatta di come è andata. Il percorso si è delineato tendente al teatrale, al fare ultimo dell’espressività del movimento corporeo». Nei giorni scorsi il concerto serale di Leon Pantarei, ha riscosso alto gradimento di utenza e godibilità. Presentando brani del copioso repertorio dell’artista di fama internazionale e puntellando con rifacimenti colti dalla tradizione musicale popolare. Rarità, tra i cubi del campus rendese.