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Il suono della legalità nella Cascina Caccia

La musica della legalità. Cascina Caccia, bene confiscato alla famiglia `ndranghetista dei Belfiore, apre le porte alla musica: anche quest`anno a San Sebastiano da Po torna la rassegna artistica “Ar…

Pubblicato il: 26/06/2012 – 16:05
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Il suono della legalità nella Cascina Caccia

La musica della legalità. Cascina Caccia, bene confiscato alla famiglia `ndranghetista dei Belfiore, apre le porte alla musica: anche quest`anno a San Sebastiano da Po torna la rassegna artistica “Armonia”, organizzata da Libera, Gruppo Abele ed Acmos, in collaborazione con il Comune, l`Istituto Beccari e l`associazione culturale Orme. Una manifestazione dedicata a Bruno Caccia, il magistrato torinese ucciso dalla `ndrangheta il 26 giugno 1983, che prende il via stasera alle 19.30 con l`intervento della figlia Paola Caccia e il concerto dei “24 corde”.
Sabato 23 la serata sarà allietata da Beppe Crovella, pianista e membro storico degli “Arti e Mestieri”, preceduto dal testimone di giustizia calabrese Pino Masciari. Ospite dell`ultima giornata, domenica, il procuratore capo della Repubblica di Torino Giancarlo Caselli e l`esibizione dell`orchestra Pequenas Huellas. Durante le tre serate saranno esposte le opere della collezione Carla e Bruno Caccia, della fondazione Benvenuti in Italia, oltre ad alcuni lavori di Piero Gilarsi e di Luca Lucioni, volto amico e colonna storica del gruppo Abele, recentemente deceduto.
«Armonia – è scritto in una nota degli organizzatori – nasce nell`intento di creare una cultura della legalità a partire dalla musica e dall`arte. L`obiettivo è di autoeducarsi alla bellezza, alla difesa del bene comune e all`etica, valori fondamentali per essere cittadini attivi nel contrasto ad ogni forma di illegalità».
Anche se sono trascorsi quasi trent`anni e quella ferita fa ancora troppo male, la figlia del procuratore, Paola Caccia, ha un «cruccio» come ha raccontato al Corriere della Calabria in un`intervista (in allegato il pdf) rilasciata lo scorso mese di ottobre: «Non è stata fatta piena luce e bisognerebbe riaprire il caso».  
Quella domenica di 29 anni fa, Bruno Caccia decide di uscire senza scorta per portare a passeggio il suo cane. Una macchina si affianca in via Somma Campagna. Due le persone a bordo. Quattordici i colpi esplosi in corsa. Più altri tre, una volta scesi dall`auto, per accertarsi della sua morte. Il magistrato aveva condotto indagini sulle Brigate Rosse e in quel periodo si occupava delle infiltrazioni della `ndrangheta in Piemonte.


Intervista alle figlie di Bruno Caccia
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