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CASO SARLO | Un nuovo esposto in Procura

LAMEZIA TERME La pace non sembra accompagnare il dipartimento Personale della Regione. Ne sa qualcosa l`assessore, Domenico Tallini, che mercoledì 27 giugno sarà interrogato dal pubblico ministero de…

Pubblicato il: 26/06/2012 – 16:50
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CASO SARLO | Un nuovo esposto in Procura

LAMEZIA TERME La pace non sembra accompagnare il dipartimento Personale della Regione. Ne sa qualcosa l`assessore, Domenico Tallini, che mercoledì 27 giugno sarà interrogato dal pubblico ministero della Procura di Catanzaro, Gerardo Dominijanni. Tallini è indagato per abuso d`ufficio in concorso con il dg del settore, Rosalia Marasco, nell`inchiesta che cerca di fare luce sulla nomina di Alessandra Sarlo a direttore generale del dipartimento “Controlli”.
La Sarlo è la moglie del magistrato Vincenzo Giglio, coinvolto in un`operazione antimafia della Dda di Milano. Accusato di passare informazioni giudiziarie riservate all`ex consigliere regionale del Pdl (attualmente detenuto), Franco Morelli. L`obiettivo? Tra gli altri, c`era anche quello di trovare un posto al sole (una nomina all`Asp di Vibo Valentia) per sua moglie, che lavorava alla Provincia di Reggio Calabria. Due indagini che non sono collegate tra loro.
Ma il caso Sarlo continua a tenere banco. La novità di giornata è un esposto del Direr, sindacato che tutela gli interessi dei dirigenti negli enti pubblici, che inserisce l`affaire della nomina al dipartimento Controlli in un articolato esposto, inviato anche alla Procura della Repubblica di Catanzaro. Non è l`unico problema sollevato dal segretario del sindacato. Che rievoca due fatti legati alla burocrazia regionale.

IL CASO SARLO
Il primo è il caso della dirigente che “doveva” essere promossa. Per il Direr, il dipartimento Controlli è stato creato «ad hoc». E, per giungere alla nomina, «l`amministrazione regionale ha illegittimamemente dichiarato privi di requisiti ben tre dirigenti interni (dei nove partecipanti alla selezione avviata prima che la Regione si rivolgesse all`esterno, ndr) che avevano già espletato funzioni dirigenziali di livello generale e i cui curricula, da un esame comparativo, risultano di gran lunga più adeguati rispetto a quello della persona in concreto nominata». E non è tutto: secondo il Direr, il ricorso a un dirigente esterno è avvenuto quando la Regione aveva già sforato i tetti previsti dalla legge Brunetta.

IL CASO PRAMPOLINI
Ma c`è anche un`altra nomina che entra nell`esposto-denuncia. È quella dell`architetto Franco Prampolini, nominato dirigente di settore per le Politiche energetiche. Anche in questo caso, secondo il Direr, «sono stati illegittimamente esclusi (con la stessa metodica) i dirigenti interni». Prampolini, pur essendo stato «dichiarato privo dei requisiti», è stato proposto per la nomina proprio dall`assessore Tallini. E «la giunta ha proceduto al conferimento dell`incarico senza la sussistenza dei presupposti di legge e senza alcuna motivazione». Un comportamento che il sindacato considera «un vero e proprio uso privato della cosa pubblica».

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