Parco Romani, la truffa della Catanzaro che conta
CATANZARO Due vicende diverse eppure strettamente collegate: la realizzazione di un gigantesco centro commerciale e cinque milioni di finanziamenti pubblici per costruire un centro fieristico. Storie…

CATANZARO Due vicende diverse eppure strettamente collegate: la realizzazione di un gigantesco centro commerciale e cinque milioni di finanziamenti pubblici per costruire un centro fieristico. Storie che si sono improvvisamente unite il 16 maggio 2011, giorno delle amministrative che portarono Michele Traversa sulla poltrona di sindaco della città. Così mentre iniziava lo spoglio delle schede, nelle stanze di un noto studio notarile, si intrecciavano i destini del Parco Romani e dell`ente fiera di Catanzaro. Ora la Procura di Catanzaro ipotizza che in quelle concitate ore (dalle 14.30 alle 18.30 del 16 maggio) si consumò un danno milionario ai danni del capoluogo.
Ne sarebbero responsabili, almeno per ora, le otto persone che oggi sono state raggiunte da un avviso di garanzia emesso dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai sostituti Carlo Villani e Alberto Cianfarini. Tre pagine di provvedimento che hanno portato gli uomini del nucleo tributario della guardia di finanza nelle case e negli uffici della Catanzaro che conta. Le fiamme gialle hanno bussato alle porte del presidente della Confindustria calabrese Giuseppe Speziali, del presidente dell`associazione degli industriali di Catanzaro, Giuseppe Gatto, del presidente della società partecipata dal Comune “Catanzaro Servizi” Giuseppe Grillo, del legale rappresentante della Parco Romani srl ed consigliere comunale Francesco Lacava, dell`ex dirigente del Comune e presidente dell`ordine degli architetti Biagio Cantisani, del dirigente di Palazzo de Nobili Alba Felicetti, del rup Marina Pecoraro e dell`ingegnere Gaetano Romani. La finanza ha perquisito le case e gli uffici degli otto indagati, la sede della Catanzaro Servizi, della società Aurora di proprietà della famiglia Speziali. Perquisito anche lo studio del notaio Rocco Guglielmo dove vennero sottoscritti tutti gli atti dell`intricata vicenda. Gli investigatori hanno portato via una mole enorme di materiale cartaceo e informatico che viene analizzato in queste ore.
Due le ipotesi di reato contestate dalla Procura. La truffa «in relazione alla cessione della società immobiliare Argento srl da parte di Romani Gaetano al Comune di Catanzaro a compensazione di un credito di oltre tre milioni di euro che lo stesso ente locale vantava nei confronti della ditta individuale Romani». L`altra accusa riguarda la tentata percezione di finanziamenti pubblici «in relazione all`attività posta in essere per conseguire il finanziamento del Ministero delle Attività produttive per la realizzazione del centro fieristico di Catanzaro».
Al centro della prima ipotesi di reato c`è la discussa permuta con cui il Comune acquisì due immobili di proprietà dell`Argento srl: parte del multipiano in via Argento di Gatto e l`edificio in viale De Filippis di proprietà di Speziali. Quell`accordo venne realizzato sulla base di una supervalutazione che è stata ritenuta non congrua dai periti nominati dalla Procura. L`altra accusa è legata invece alla decisione dell`amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Rosario Olivo di realizzare il centro fieristico in 2500 metri quadri del Parco Romani dirottando quindi su quella struttura i 5 milioni di fondi del ministero. A sottoscrivere l`accordo, il 16 maggio 2011, fu la partecipata Catanzaro Servizi attraverso il suo presidente Grillo. Quella scelta andava in senso opposto a quanto già deciso nel 2008 dal consiglio comunale che aveva già avviato l`espropriazione di un terreno di 66mila metri quadri a Germaneto.
Una vicenda che rischia di avere ripercussioni pesantissime sulle già asfittiche casse del Comune di Catanzaro. I finanziamenti del ministero delle Attività produttive sono fortemente in bilico e l`amministrazione rischia di pagare penali da milioni di euro sia per il terreno di Germaneto che per gli accordi non rispettati con Gatto e Speziali.
Parco Romani, l’inchiesta sul Corriere della Calabria
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