RENDE Lo scontro nell`ateneo di Arcavacata si fa duro. I ricercatori diffideranno il rettore e i presidi dall`applicare il regolamento che disciplina la didattica dei cosiddetti “docenti di terza fascia”. Lo hanno reso noto in un documento diffuso oggi pomeriggio.
L`incipit non è esattamente soft: i ricercatori dell`Unical si sono riuniti «per affrontare il problema urgente del mancato rispetto della legge da parte dell’ateneo in materia di disciplina dell’attività didattica». Il pomo della discordia è il “solito” regolamento che ridimensiona il ruolo (dovranno sempre essere accompagnati dai docenti) e la retribuzione delle ore aggiuntive di lezione assegnate ai ricercatori.
Il primo problema posto è di metodo. L`assemblea ha criticato «il ricorso a “motivi di necessità ed urgenza” per un atto atteso a lungo (17 mesi) nonché il fatto che detto regolamento intenda disciplinare aspetti che la legge e il nuovo Statuto affidano per competenza al regolamento generale d’ateneo, tuttora non emanato». Una fuga in avanti del rettore, Giovanni Latorre, insomma. Altre contraddizioni: «La retribuzione finora ipotizzata non è affatto “proporzionata alla quantità e qualità” (art. 36 Cost.) del lavoro richiesto» e «il regolamento propone una sorta di ricatto-baratto tra la didattica curricolare e quella integrativa – illegittimo dal momento che si tratta di aspetti già definiti dalla legge».
È anche per questo che i ricercatori hanno lanciato un referendum, che ha “bocciato” il regolamento. L`esito della consultazione è stato finora «ignorato dal rettore e dai presidi di facoltà, che in questo modo mettono a rischio il diritto allo studio: la mancata applicazione della legge rende problematica la pubblicazione dei manifesti degli studi e l’avvio dell’anno accademico, a grave danno degli studenti e delle loro famiglie; la stessa strada che ha portato i maggiorenti dell`accademia italiana ad avallare le scelte politiche di definanziamento e depotenziamento dell`istruzione superiore pubblica protrattesi dagli anni `90 ad oggi, nodi che ora, come è evidente, stanno venendo al pettine».
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