Nicolò: «Inaccettabile il piano di chiusure di Poste Italiane»
REGGIO CALABRIA «Il Piano di riorganizzazione comunicato da Poste spa all`Agcom falcidierà oltre cento uffici postali in Calabria. Né basta, come si è premurato di far sapere l`amministratore delegat…

REGGIO CALABRIA «Il Piano di riorganizzazione comunicato da Poste spa all`Agcom falcidierà oltre cento uffici postali in Calabria. Né basta, come si è premurato di far sapere l`amministratore delegato, che si tratterà di riconversioni di cui non si conoscono ancora i fini». È quanto afferma il vicepresidente del consiglio regionale Alessandro Nicolò. «Dopo la scure sui Tribunali, la Calabria rischia, ancora più di altre regioni, di vedere affievolito quel minimo di coesione sociale che ancora le permette di esistere come comunità. La notizia del Piano di ristrutturazione sta già creando allarmismo tra i dipendenti e nell`opinione pubblica – prosegue Nicolò – ed è pleonastico ribadire che Poste spa in Calabria rappresenta un avamposto dello Stato, cosi` come le farmacie o le stazioni dell`Arma dei Carabinieri, un servizio utile a numerosissime famiglie che affidano spesso tutti i loro risparmi agli uffici della societa`, risorse che hanno contribuito efficacemente negli anni alla crescita di tutto il Paese. Di conseguenza, le difficolta` per gli utenti dei servizi postali in Calabria, in mancanza degli uffici periferici, sarebbero davvero enormi, una sorta di inaccettabile sradicamento che non trova giustificazione in nessuna logica aziendalistica.
Ho già formalmente rappresentato ai massimi dirigenti nazionali – continua Alessandro Nicolò – i disagi che provocherebbe un provvedimento mirato ad una razionalizzazione selvaggia più che ad una politica di tagli equilibrati che dovrebbe tener conto della particolare situazione orografica, sociale ed economica del nostro territorio regionale. Infine, auspico un intervento deciso ed immediato dei nostri parlamentari affinché si rendano promotori di iniziative utili ad evitare un provvedimento che rischia di mettere in ginocchio uno dei sistemi produttivi tra i più importanti, con la forte preoccupazione della perdita di tanti posti di lavoro».
L`INTERVENTO DELLA LAGANA` «È assai grave e preoccupante la possibilità che un centinaio di uffici postali in Calabria vengano soppressi. Il Piano presentato dall’amministratore delegato Sarmi, che l’ha comunicato all’Agcom, parla di una generica riconversione che non ci rassicura affatto. Anzi, per esperienza, riteniamo che questo ridimensionamento non sia altro che un primo passo verso una radicale chiusura, che va assolutamente scongiurata». Lo afferma la deputata del Partito democratico, Maria Grazia Laganà Fortugno, in relazione alle recenti notizie di stampa che riguardano l’azienda Poste. Tema su cui, annuncia la parlamentare, «rivolgerò un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera».
«Il Piano di Poste Italiane – prosegue l’onorevole Laganà Fortugno – pare essere molto dettagliato nella parte in cui indica gli uffici da chiudere, in tutto o in parte, ma non si capisce bene in cosa consista questa trasformazione in “centri multiservizi”. Per questo, riteniamo indispensabile un formale chiarimento da parte di Poste, che non può pensare di operare una riduzione dei servizi, senza tener conto delle ricadute che la politica aziendale può avere sul territorio».
L’onorevole Laganà Fortugno ricorda che «gli uffici postali danno lavoro a migliaia di persone in una regione come la Calabria, da sempre alle prese con il problema drammatico della mancanza di lavoro. Ridurre i servizi significa per forza di cose preventivare un ridimensionamento dei livelli occupazionali che, soprattutto in questo momento storico, non può assolutamente essere accettato. Non si tratta di una battaglia di campanile per impedire il trasferimento di alcuni lavoratori di qualche decina di chilometri. La questione è molto più grave e sistemica. E bene fanno i sindacati a mobilitarsi per contrastare la possibile chiusura, alla quale mi opporrò con tutti gli strumenti a mia disposizione».
Inoltre dice ancora la parlamentare del Pd, «in Calabria, e specialmente nei piccoli centri, l’ufficio postale ha sempre rappresentato un punto di riferimento per le persone, soprattutto quelle anziane. Un luogo in cui spedire la corrispondenza ai familiari emigrati o in cui ricevere comunicazioni importanti da parte dello Stato. Ecco, la Posta è sempre stata un segno tangibile della presenza dello Stato per centinaia di migliaia di cittadini di località altrimenti dimenticate. Togliere alle popolazioni della Locride, dell’Alto Jonio Cosentino o della Sila l’ufficio postale – conclude Maria Grazia Laganà Fortugno – vuol dire rimuovere anche l’ultimo vessillo, l’ultimo simbolo di uno Stato che, per effetto della spending review, sta continuando a smantellare le sue realtà periferiche».