Rinvio a giudizio di Scopelliti, le reazioni
«Sono certo che il presidente Scopelliti avrà modo di dimostrare la sua completa estraneità ai fatti che gli vengono contestati e che si riferiscono al periodo in cui era sindaco di Reggio Calabria»…

«Sono certo che il presidente Scopelliti avrà modo di dimostrare la sua completa estraneità ai fatti che gli vengono contestati e che si riferiscono al periodo in cui era sindaco di Reggio Calabria». È quanto afferma, in una dichiarazione, il presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico in relazione al rinvio a giudizio dell`ex sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti. «È comunque importante – sostiene Talarico – in questo momento particolarmente delicato per il futuro della Calabria che il presidente continui, con il sostegno di tutti, con serenità nel suo impegno e nel suo lavoro e che nelle istituzioni e nella politica si riconfermi quel clima di confronto responsabile e costruttivo indispensabile per affrontare le situazioni complesse e difficoltose che ci attendono».
«Il rinvio a giudizio di Scopelliti per il processo Fallara è il fallimento del modello Reggio». A sostenerlo, in una nota, è Andrea Di Martino, coordinatore regionale di Sinistra ecologia libertà. «Il processo Fallara – prosegue Di Martino – è la messa in stato d`accusa di una concezione privatistica dei conti pubblici. Una gestione con modi e forme degenerate di gestione del bilancio comunale, come se fosse cosa privata. Questa modalità ha prodotto una vera e propria voragine nei conti del comune. Una prassi che come ci ricorda il professore Jorio, la corrente legislazione, sanziona con l`incandidabilità e la ineleggibilità di chi si è reso responsabile di un tale disastro».
«Si tratta in sintesi – prosegue il coordinatore regionale di Sel – della peggiore bocciatura sul piano amministrativo e politico, per chi si cimenta nella gestione della cosa pubblica. A questo si aggiunge la pesante sanzione venuta dalla Ue sulla gestione dei fondi Por della Regione, che accumulando ritardi, inadempienze ed artifizi contabili, ha messo seriamente a rischio l`erogazione delle risorse per lo sviluppo economico della nostra martoriata terra. Nei giorni scorsi era stata emanata la sentenza in cui si condannavano i soci privati e il direttore generale della società Multiservizi di Reggio per associazione mafiosa, in quanto appartenenti alla `ndrina dei Tegano. L`insieme di queste vicende e di quelle ancora a venire, tracciano i contorni di un quadro disastroso e dannoso. Cosa bisogna ancora attendere per prendere atto di un fallimento sul piano, morale, etico e politico? Al centrosinistra spetta una opera di radicale rinnovamento e di costruzione di una vera alternativa a queste forme e modalità di governo, per salvare la Calabria dal disastro Scopelliti». Il deputato del Pdl, Giuseppe Galati, il presidente Scopelliti continuerà con la dovuta serenità il suo lavoro alla guida della Regione Calabria e, nello stesso tempo,
riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli sono contestati». Stessa reazione da parte dell`assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, che ha espresso stima e vicinanza al governatore. Non la pensa allo stesso modo il commissario regionale del Pd, Alfredo D`Attorre, per il quale «il rinvio a giudizio di Scopelliti accresce le nostre preoccupazioni». È preoccupata anche la Cgil calabrese: «Il rinvio a giudizio del presidente Scopelliti è un fatto politico e giudiziario rilevante che non può non essere valutato in tutta la sua gravità. La Cgil della Calabria chiede di valutare in piena serenità se questo rinvio a giudizio (penalmente rilevante) non toglie credibilità alla funzione del presidente e al suo ruolo politico».
Forte sostegno a Scopelliti dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto: «Dover affrontare un processo non equivale a una sentenza di colpevolezza». Dello stesso parere anche la vicepresidente della giunta, Antonella Stasi: «Il rinvio a giudizio viene utilizzato da qualcuno per mascherare la propria incapacità di confrontarsi sul piano politico e a costoro voglio ricordare che non si tratta di una
condanna».