Regione, passa in commissione Bilancio la riforma dell`Arssa
REGGIO CALABRIA Le riforme bipartisan non s’hanno da fare. Anche oggi il tentativo della maggioranza di centrodestra di favorire l’accordo sul riordino dell’Arssa è miseramente naufragato sotto il fu…

REGGIO CALABRIA Le riforme bipartisan non s’hanno da fare. Anche oggi il tentativo della maggioranza di centrodestra di favorire l’accordo sul riordino dell’Arssa è miseramente naufragato sotto il fuoco incrociato di astensioni e voti contrari da parte delle forze di minoranze. La seconda commissione Bilancio, alla presenza dell’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, ha comunque licenziato a maggioranza il nuovo testo della riforma, che ha recepito il maxiemendamento presentato da Alfonso Dattolo. Una sortita, quella del consigliere Udc, che mirava ad accogliere alcune istanze delle opposizioni (in particolare del Pd) sull’Arssa, al fine di giungere a un accordo che consentisse anche il varo della riforma sull’Afor nel corso della prossima assise regionale, in programma per il 3 agosto.
Per essere approvata, infatti, la riforma dei due enti strumentali ha bisogno della maggioranza di 2/3 del consiglio regionale. Conti alla mano significa che serve il voto favorevole di almeno 33 consiglieri. Il centrodestra può contare solo su 30 elementi, diventa perciò necessario l’appoggio di almeno tre esponenti della minoranza. Un po` difficile, se si tiene conto di quanto successo oggi pomeriggio in commissione, con il Pd che ha espresso voto contrario (con astensione sul primo punto dell’emendamento Dattolo), seguito a ruota dai gruppi Idv e Progetto democratico. Particolare la posizione del gruppo Misto, che si è astenuto in commissione annunciando voto contrario in Consiglio. Cosa faranno il prossimo venerdì i vari Adamo, Bova e Tripodi?
E dire che il maxiemendamento presentato da Dattolo aveva accolto alcune proposte pervenute dalle forze di opposizione, nella speranza di portare a compimento la riforma dei due enti sub-regionali. L’intesa non c’è stata, ma il centrodestra ha deciso di licenziare il testo in ogni caso, nella convinzione di riuscire a racimolare i voti necessari da qui ai prossimi tre giorni.
Nella proposta varata in commissione si prevede che la nuova Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura sia munita di «personalità giuridica di diritto pubblico ed autonomia amministrativa, organizzativa, gestionale, tecnica, patrimoniale, contabile e finanziaria». Un’apertura evidente, insomma, alle posizioni iniziali del centrosinistra, soprattutto se si considera che nel testo originario si parlava di ente dotato «di personalità giuridica ed autonomia imprenditoriale».
È apparso molto deluso Alfonso Dattolo, che ha parlato di «chiusura incomprensibile» da parte dell’opposizione. «Non capisco proprio questo atteggiamento – ha detto ancora il consigliere Udc -. L’emendamento accoglieva alcune indicazioni precedentemente espresse dal Pd, come il cambio della natura giuridica dell’ente. Oggi dicono che non va più bene, una posizione che non ha senso. Se non ci sono i voti in Consiglio, potremo provare comunque a votare». È stato Bruno Censore a spiegare le ragioni che hanno spinto i democrat a bocciare il provvedimento. «Con il decreto sulla spending review appena approvato in Senato – ha detto – c’è il rischio che la nuova riforma venga impugnata davanti alla Corte costituzionale. La nostra non è una chiusura, servono però riforme condivise e che abbiano consenso sociale». Il consigliere Pd non lo dice espressamente, ma è molto probabile che il Pd punti a un rinvio della riforma dei due enti strumentali.
Di tutt’altro avviso il presidente della commissione, Candeloro Imbalzano, secondo cui «sulle riforme non ci si può più tirare indietro, il tempo delle barricate è finito. Bisogna dare un futuro ai forestali e inviare un segnale forte al governo, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e mantenendo i rapporti con i sindacati».