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«Ci mancherà la sua passione civile e politica»

«Renato Nicolini insegnava da tanti anni a Reggio Calabria, mostrando come si può educare alla cultura critica delle trasformazioni della città e del cambiamento dell’architettura, partendo dai fenom…

Pubblicato il: 04/08/2012 – 16:06
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«Ci mancherà la sua passione civile e politica»

«Renato Nicolini insegnava da tanti anni a Reggio Calabria, mostrando come si può educare alla cultura critica delle trasformazioni della città e del cambiamento dell’architettura, partendo dai fenomeni sociali e culturali mossi ed assorbiti dalle comunità, organizzate e spontanee. Il suo modo di vedere, pensare la città e vederla usare “diversamente”, nella storia è riuscito di più di un grande piano urbano o di un progetto di una star dell’architettura contemporanea». È il ricordo di Consuelo Nava, docente della facoltà di Architettura dell`università Mediterranea, legata a Nicolini da un rapporto di amicizia.
«“L’estate romana” non è servita solo a Roma – prosegue Nava –. Renato Nicolini anche a Reggio ha inciso con la sua presenza originale, vera ed attenta, disdegnando l’esercizio del potere accademico e prediligendo la rappresentazione della cultura attraverso il suo Teatro con Marilù Prati e gli studenti ed attraverso l’insegnamento della progettazione urbana ed architettonica nei suoi laboratori. Una passione civile e politica che non è stato mai altro dall’insegnamento, dal confronto, dal suo dire: “E va bene, ma sì, andiamo…”».
Per la professoressa, Nicolini «ha vissuto Reggio non come un docente – ospite, ma come un osservatore attento, un estimatore del “valore della cultura e dell’oro” di questa terra e nel suo ultimo giorno di presenza in facoltà di Architettura, giorno 6 luglio 2012, mostrando i lavori e le proposte dei suoi studenti sul futuro della città metropolitana, così si pronunciava: “Reggio, sarà città metropolitana se riscopre la tradizione tutta italiana della città lenta, legata all’architettura, al paesaggio, alla storia… Se scopre che l’effetto città non è connesso necessariamente alle infrastrutture, all’industria, al direzionale, ma al valore di vivere insieme, alla capacità di fare”. A Renato Nicolini – conclude Consuelo Nava –, con cui ho condiviso insieme a molti studenti e colleghi un’esperienza culturale, umana di insostituibile valore, va la mia gratitudine e saluto, come lui avrebbe bene detto: “I progetti cominciano, speriamo che questo vada avanti!”».

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