Raffa: il "Tito Minniti" non si deve toccare
REGGIO CALABRIA «Giù le mani dall’aeroporto. Nessuno si azzardi, nemmeno il governo Monti, a mettere in discussione l’esistenza del nostro scalo aereo. Sia chiaro: non consentiremo a nessuno di vanif…

REGGIO CALABRIA «Giù le mani dall’aeroporto. Nessuno si azzardi, nemmeno il governo Monti, a mettere in discussione l’esistenza del nostro scalo aereo. Sia chiaro: non consentiremo a nessuno di vanificare il grande sforzo che la mia amministrazione sta producendo per il risanamento e il rilancio di questa vitale infrastruttura. Come rappresentanti del popolo che ci ha democraticamente eletto, non recederemo di un solo millimetro e resteremo vigili, pronti ad attuare eclatanti gesti qualora dovesse essere deciso il declassamento dell’aeroporto». Questa la reazione di Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria – ente che detiene la maggioranza delle azioni della Sogas S.p.a. (società che gestisce l`aeroporto dello Stretto) – sull`ipotesi di ridimensionamento del “Tito Minniti” adombrata dal Piano nazionale degli aeroporti in discussione in Consiglio dei ministri. «L’obiettivo di risanare i conti del Paese – sottolinea Raffa – non può passare dal ridimensionamento di una struttura fondamentale e strategica per il rilancio di un territorio e della sua economia. Difenderemo con forza e orgoglio i risultati finora ottenuti: il raggiungimento di quasi ottocentomila passeggeri e il varo di un oculato piano industriale già presentato all’Enac che prevede, tra l’altro, l’imminente privatizzazione della società di gestione». Secondo il presidente della provincia reggina, comunque «di recente, il presidente dell’Enac Vito Riggio mi ha fornito assicurazioni sul futuro della struttura, riconoscendo così gli sforzi prodotti dall’illuminato impegno del presidente della Sogas Carlo Porcino e di tutto il Consiglio d’amministrazione». Per questo Raffa conclude: «La libertà di muoversi dei reggini non può essere condizionata, o addirittura cancellata, da scelte centralistiche prive di logica socio – economica, se non quella dei tagli tout court, mentre i veri sprechi, a volte, non vengono neanche sfiorati».