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«Riportiamo a Firenze i Bronzi di Riace»

REGGIO CALABRIA Ancora una volta si torna a parlare di una possibile trasferta per i Bronzi di Riace. Pochi giorni dopo il quarantesimo anniversario della scoperta dei due reperti più preziosi della…

Pubblicato il: 25/08/2012 – 7:06
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«Riportiamo a Firenze i Bronzi di Riace»

REGGIO CALABRIA Ancora una volta si torna a parlare di una possibile trasferta per i Bronzi di Riace. Pochi giorni dopo il quarantesimo anniversario della scoperta dei due reperti più preziosi della scultura ellenica, l`ipotesi di un trasferimento delle statue si fa nuovamente strada. Ad aprire un dibattito sull`eventuale ritorno a Firenze dei Guerrieri è stato il quotidiano del capoluogo toscano, “La Nazione”, che ha lanciato una proposta in questo senso formulata dallo storico Franco Cardini. Già dal 1975 al 1980 i Guerrieri furono ospitati a Firenze, in occasione del loro primo e fondamentale restauro.
«Ben più che una mera provocazione», quella di Cardini, commenta sempre attraverso “La Nazione” la soprintendente per il Polo museale fiorentino, Cristina Acidini. Per quest`ultima «esiste già un’occasione interessante per la quale farli tornare, e nella cornice adatta. La cosa sarebbe fattibile».
Il quotidiano toscano stigmatizza «l’incredibile ritardo che ancora oggi costringe quelle due meraviglie immobilizzate su due cavalletti in uno stanzone, coperti da bende che li fanno sembrare feriti, senza che nessuno sappia quando potranno rimettersi in piedi ed essere esposte al pubblico». Di recente, la soprintendente ai Beni archeologici per la Calabria, Simonetta Bonomi, ha parlato di fine anno come termine per la riapertura del Museo nazionale della Magna Graecia e dunque per il “ritorno a casa” dei due capolavori, dal 2009 ospitati nel laboratorio di restauro allestito nella sede del consiglio regionale. Nel servizio de “La Nazione”, Cristina Acidini rievoca la prima volta in cui vide i Bronzi: «Ricordo che per i due mesi invernali che rimasero a Firenze, non passava mattina senza che facessi un passaggio a guardare quelle sculture restituite dal mare. Era presto, e ancora non c’erano le lunghe code che si sarebbero formate nel corso della giornata. Giovane storica dell’arte (era il 1977 e avevo un incarico per accompagnare gli studenti ai centri estivi in visita al Museo Archeologico), vidi in una stanza, per la prima volta, le due grandi statue immerse in vasche con un liquido azzurro — confida la soprintendente fiorentina — . Erano molto diversi da come sarebbero usciti dopo il restauro, ma il loro magnetismo era incredibile, e rimandava inequivocabilmente a due dei».
La campagna de “La Nazione” punta molto sulla cruda verità offerta dai numeri: al milione di visitatori registrati durante la permanenza fiorentina e l`esposizione al Quirinale delle due statue, fanno da contraltare i 300mila in tre anni a palazzo Campanella e, in precedenza, al museo piacentiniano, i 130mila del 2008, con appena 50.085 paganti.
Da parte sua, spiega ancora il quotidiano fiorentino, l`assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, ha messo «le mani avanti», scrivendo una lettera al sottosegretario per la valorizzazione dei Beni culturali e dei reperti archeologici, Roberto Cecchi. A quest`ultimo, Caligiuri ha chiesto «di definire un programma per investire enti locali e istituzioni pubbliche e private del compito di valorizzare opere d’arte e reperti archeologici custoditi nei musei statali, chiedendo un incontro al più presto, per meglio definire i contenuti della proposta». Sull’argomento, il ministero sottolinea l`impegno «a restituire ai cittadini del mondo i Bronzi di Riace nel loro splendore, e per questo abbiamo destinato 7 milioni del Cipe per il restauro del Museo della Magna Graecia di Reggio Calabria». Ma, lascia intendere “La Nazione”, una grande mostra a Firenze sarebbe vista senz`altro di buon occhio dallo stesso ministero. Chissà cosa ne pensano i calabresi e, in particolare, i reggini, che in passato si opposero addirittura con un referendum a qualsiasi ipotesi di trasferimento, anche  solo temporaneo, dei Guerrieri dalla loro “casa” in riva allo Stretto.

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