Arrestato il consigliere regionale Antonio Rappoccio (Pri)
REGGIO CALABRIA I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria e della locale sezione di polizia giudiziaria hanno dato esecuzione, nella mattinata di martedì, all’ordinanza di cus…

REGGIO CALABRIA I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria e della locale sezione di polizia giudiziaria hanno dato esecuzione, nella mattinata di martedì, all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio. Il provvedimento emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – sezione del giudice delle indagini preliminari – è stato richiesto dalla Procura Generale di Reggio Calabria per i reati di associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato. La Procura Generale aveva avocato, nelle scorso mese di giugno, l`inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica a carico di altre 17 persone coinvolte, che aveva già portato al rinvio a giudizio, per corruzione elettorale semplice, di Rappoccio, componente del “Gruppo Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente, in quota Pri.
Secondo l`accusa Rappoccio avrebbe promosso e ideato un meccanismo fraudolento per essere eletto in occasione del rinnovo del consiglio regionale del 2010, nonché per tentare di fare eleggere, al consiglio comunale di Reggio Calabria, Elisa Campolo, la quale non è risultata eletta. Sempre secondo l`accusa il politico, in concorso con altri, con la costituzione della societa` “Sud Energia” e l`invio di lettere con le quali si comunicava falsamente l`imminente assunzione a tempo indeterminato, avrebbe indotto in errore un gran numero di elettori cui veniva promesso un posto di lavoro, in cambio del voto a Elisa Campolo. L`accusa di truffa, per la Procura Generale, deriva dalla circostanza che Rappoccio, insieme agli altri indagati, avrebbe indotto circa 850 persone a iscriversi, versando 15 euro, alla cooperativa Alicante e a partecipare, dietro il pagamento di 20 euro, a un concorso «superando il quale – a dire secondo l`accusa del Rappoccio e degli indagati – avrebbero avuto concrete possibilità di lavoro». Viene contestato anche il reato di peculato perché le telefonate effettuate per contattare coloro cui veniva prospettato un posto di lavoro sono state effettuate dagli apparecchi telefonici del palazzo comunale di Reggio Calabria, presso la sede del gruppo Pri.
Antonio Rappoccio avrebbe prospettato – scrivono i magistrati – «concrete possibilità di lavoro presso cooperative strumentalmente costituite che avrebbero dovuto operare in vari settori fra cui, dopo il fallimento di altri fantomatici progetti (sportello informativo, orto botanico per piante rare e palestra per riabilitazione di soggetti disabili), anche in quello fotovoltaico, creando a tal fine la cooperativa “Alicante” e successivamente un’altra denominata “Iride solare”, così inducendo a promettere il proprio sostegno elettorale, e quello di amici e congiunti, a circa 850 persone, partecipanti a un bando di concorso le cui prove scritte venivano espletate verso la fine del 2009 (prima delle elezioni quindi, ndr) e mentre quelle orali, iniziate in data 17 maggio 2010 (dopo le elezioni, ndr), venivano sospese il 16 settembre 2010».
La centrale operativa della “cricca” sarebbe stata in via San Francesco da Paola numero 51, a Reggio Calabria, dove si trovava l’ex segreteria dell’esponente politico ma anche la sede delle cooperative finite al centro dell’inchiesta: l’Alicante, la Iride Solare e la Sud Energia.
I soggetti che ruotavano attorno a queste società, oggi lavoravano in Consiglio regionale nella struttura del consigliere arrestato. Tra quest: Maria Catanzariti che ha prestato servizio prima alla “Iride solare” e poi alla “Sud Energia”. Ma anche di Loredana Tolla, la telefonista che avrebbe contattato i partecipanti ai concorsi fantasma e collega di Elisa Campolo. Quest’ultima era stata candidata nell’aprile 2011 al Consiglio comunale di Reggio, ha rastrellato 439 piazzandosi al quarto posto su trentadue aspiranti consiglieri, con una differenza di 210 voti rispetto al quinto.
«Non v’è dubbio – scrive l’avvocato generale Scuderi – che trattasi di una affermazione per una giovane di appena 31 anni, appena scesa nell’agone politico e praticamente sconosciuta alla cittadinanza reggina. Peraltro, come è accaduto con le collaboratrici più vicine al Rappoccio, anch’essa è stata premiata con un posto nella struttura che in seno al consiglio regionale fa capo al gruppo del Pri».
Una cricca in cui tutti i componenti davano il proprio contributo per l’elezione del “capo”.
Alle regionali del 2010, infatti, Rappoccio fu eletto con 3814 preferenze violando, secondo la Procura generale, addirittura l’articolo 48 della Costituzione italiana secondo il quale «il voto è personale ed eguale, libero e segreto».
Pesantissima la considerazione dell’avvocato generale Scuderi nel provvedimento di avocazione: «il voto di quei 3814 elettori non è stato né libero né, tantomeno, segreto. È stato il frutto di un pactum sceleris che ha messo in pericolo l’ordine pubblico e lo minaccia».