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Caso Reggio, Snoq: «No a manifesti che dividono la città»

REGGIO CALABRIA Il comitato “Se non ora quando per Reggio” (Snoq) contesta «l`uscita di manifesti che intendono ancora una volta dividere la città tra posizioni, si sta ulteriormente insultando la co…

Pubblicato il: 22/09/2012 – 15:40
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Caso Reggio, Snoq: «No a manifesti che dividono la città»

REGGIO CALABRIA Il comitato “Se non ora quando per Reggio” (Snoq) contesta «l`uscita di manifesti che intendono ancora una volta dividere la città tra posizioni, si sta ulteriormente insultando la coscienza e la memoria di ogni singolo cittadino, di ogni famiglia reggina. L`idea, poi, che un manifesto aggreghi nomi che hanno risposto a un sms e che rappresenti una classe di professionisti che si dicono preoccupati di un`ignominia sulla città, ci pare un`attività postuma e paradossale che non ha potuto giovarsi del contributo attivo di tali presenze durante i momenti più difficili per la città».
«Il nostro comitato – è scritto in una nota – pur avendo condotto azione politica sul territorio nel richiamare l`attenzione sui fatti di Reggio, che hanno affossato la città a livello sociale e civile, ha avuto in questo tempo di commissariamento un rispetto attento per l`azione della politica nel periodi di commissariamento del comune. on abbiamo mai creduto che l`amore per la città si possa risolvere con azioni demagogiche pseudo-culturali o con tifoserie politiche; crediamo che il coinvolgimento per il futuro per Reggio debba passare dalla proposta per il bene comune, che passa dall`azione di ogni singolo cittadino e dalla condivisione sul da farsi. I click in rete e le raccolte di nomi non hanno mai modificato le speranze, i fatti e gli orientamenti di una comunità di cittadini, che deve sperare di vivere in un quotidiano civile e sociale migliore».
Il comitato ribadisce il suo impegno per una città «che non è normale per la crisi amministrativa, per l`assenza di un normale dibattito politico, per la collusione delle istituzioni con interessi di `ndrangheta, ma anche di quel potere che, a vario titolo, ha contribuito a non resistere a una deriva pericolosa, non esclusa una classe dirigente di professionisti locali che ha utilizzato anche un sistema che oggi difende con manifesti inutili».

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