Cresce il nervosismo ai vertici della Regione Calabria e cresce perché non solo non si riesce a domare il fronte esterno ma si è costretti a registrare anche un pericoloso allargamento di quello interno.
Brutti segnali, infatti, arrivano da Roma. Nella sua rabbiosa conferenza stampa, Renata Polverini non ha mancato di rimarcare che lei andava a casa senza essere oggetto di alcuna indagine giudiziaria e subito dopo sottolineava: «Sono meravigliata che governatori indagati per procedimenti gravi oggi pensano all’autoriforma delle Regioni». Sicuramente ce l`aveva con Formigoni e con Errani, ma come impedire che l`esempio si allarghi anche al nostro governatore? Scopelliti, infatti, è alle prese con diverse indagini aperte a suo carico sull`asse Catanzaro-Reggio Calabria.
A ciò si aggiunga che, a seguire quanto pubblica il Corriere della Sera, anche “lo scandalo Laziogate” rischia di mettere in luce alcuni rapporti disinvolti che legherebbero i governatori di Lazio, Campania e Calabria.
Scrive il Corsera: «C`è anche l`analoga inchiesta giudiziaria sulle spese e gli sprechi in Campania, oltre a quella sul “sistema Fiorito” nel Lazio, che viene seguita con molto interesse ai piani alti della Regione per i suoi inevitabili risvolti politici. Da una persona in particolare: Salvatore Ronghi, napoletano verace, ribattezzato dagli avversari l`“uomo della congiuntivite” per alcune memorabili scivolate oratorie, attuale braccio destro di Renata Polverini che lo ha scelto come segretario generale alla Pisana con uno stipendio di 189mila euro, ex sindacalista Cisnal, poi Ugl, ma anche ex Msi, ex An da cui uscì sbattendo la porta nel 2008 per la mancata candidatura a deputato, nonché ex Mpa, ex vicepresidente del consiglio regionale campano e oggi stratega del movimento polveriniano “Città nuove”»…«È sull`asse Napoli-Roma, dunque, che Ronghi, 60 anni, ha costruito la sua ascesa: nella capitale nel 2010 ci è arrivato lo stesso, da super manager. Con una gratifica aggiuntiva: la nomina nel cda della fondazione “Cinema per Roma”. Ma intanto in Campania continua a muoversi da “colonnello”, capace di controllare un bel numero di voti e politici locali come fondatore del gruppo “Forza del Sud”, nato un anno fa. Ecco perché, fatalmente, l`inchiesta napoletana viene attentamente monitorata dall`uomo forte della Pisana: se la tempesta si dovesse estendere al parlamentino campano, infatti, il doppio scandalo spazzerebbe via pure il progetto di “Città nuove”, fondato sull`asse Lazio-Campania-Calabria (nelle persone dei governatori Polverini, Caldoro e Scopelliti), del quale lo stesso Ronghi rappresenta il deus ex machina e la cinghia di trasmissione».
Altro filone che guarda all`asse Polverini-Scopelliti è quello relativo all`attività della società Lazio Service spa. Di totale proprietà della Regione Lazio: chi ci lavora dentro? Perché viene messa in correlazione con Scopelliti? Di certo abbiamo che la Lazio Service nasce nel 2001 con una mission di responsabilità sociale d’impresa, realizzatasi definitivamente con la felice conclusione (avvenuta nel dicembre 2007) del piano di stabilizzazione dei propri dipendenti già assunti con contratti di lavoro a termine.?Raggiunto l’obiettivo iniziale e arrivata al governo Renata Polverini, ecco la nuova mission: «Perseguire percorsi di stabilizzazione occupazionale, impegnando lavoratori socialmente utili (lsu) nell’erogazione di servizi coerenti alle esigenze istituzionali della stessa amministrazione regionale». Tutto chiaro, ma c`è chi sospetta che all`ombra di tanto impegno si siano distribuiti incarichi ad amici e parenti in modo, come dire, da consolidare i buoni rapporti tra governatori della stessa area politica.
Infine la battaglia di Alfano per tentare di condizionare la scelta del Consiglio dei ministri con riferimento allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Reggio Calabria. Berlusconi ha detto a chiare lettere che non ne vuole sapere nulla, Alfano invece si sarebbe dato da fare spingendosi fino al minacciare, per vie traverse, la possibilità che sul “caso Reggio” possa cadere il governo. La Cancellieri, per le stesse vie, avrebbe fatto sapere che non ci saranno condizionamenti in nessuna direzione e la scelta sarà rigorosamente ancorata a criteri tecnici e di applicazione della legge, ricordando peraltro che nella sua ultima formulazione (quella del 2009) la legge per lo scioglimento degli enti a sospetto condizionamento mafioso è stata scritta proprio dal governo Berlusconi e firmata dall`allora Guardasigilli Alfano.
Con questo scenario alle spalle, come non capire il nervosismo che da Scopelliti si irradia fino a colpire anche alcuni tra i suoi più stretti collaboratori. Un consiglio: non è il caso di perdere la calma in momenti delicati, occorre che qualche solerte addetto stampa con la passione per le foto alle auto blu rientri nei ranghi, magari aiutato dall`Ordine dei Giornalisti.
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