Voto a Catanzaro, chiusa la verifica restano i dubbi
Si chiude con pesanti interrogativi la verifica disposta dal Tar sulle schede delle ultime elezioni amministrative di Catanzaro. Questa mattina la commissione nominata dal prefetto del capoluogo ha t…

Si chiude con pesanti interrogativi la verifica disposta dal Tar sulle schede delle ultime elezioni amministrative di Catanzaro. Questa mattina la commissione nominata dal prefetto del capoluogo ha terminato il compito che gli era stato assegnato dai giudici del tribunale amministrativo calabrese. Il lungo riconteggio si è chiuso con la sezione che era diventata il simbolo dei presunti brogli alle passate Comunali, la famigerata sezione 85. Il seggio di Lido in cui la notte dello spoglio dovettero intervenire le forze dell`ordine e il cui verbale venne poi completato, riscontrando diverse anomalie, dalla commissione centrale elettorale presieduta dal magistrato Domenico Commodaro. Dai controlli effettuati oggi è emerso che nel registro maschile 19 posizioni «risultano ripetute nell`intero abbinamento numero tessera-numero di iscrizione nella lista elettorale». Due, invece, le posizioni che sono ripetute con riferimento al solo numero di tessera e 8 con il solo numero di iscrizione nella lista elettorale. Nel registro femminile sono state trovate 3 posizioni ripetute nell`abbinata tessera e iscrizione nella lista elettorale; una posizione solo per il numero di tessera e 12 per il numero di iscrizione alla lista. Dati anomali anche per i cittadini che hanno votato in luoghi di cura. Delle 15 elettrici risultano annotati solo gli estremi dei documenti di identificazione, ma non è stata apposta la firma del componente dell`ufficio elettorale di sezione. Nei plichi sigillati non è stata, invece, rinvenuta la lista maschile degli elettori che hanno espresso il voto in casa di cura e che dall`apposito verbale e dal registro delle tessere risulterebbero essere 2.
Gli avvocati che rappresentano il centrosinistra (Giuseppe e Francesco Pitaro, Francesco Pullano e Giuseppe Olanda) hanno chiesto di trasmettere «immediatamente e senza indugio il verbale alla competente Procura della Repubblica sussistendo, da quanto è emerso, evidenti reati e brogli elettorali per i quali dovranno essere identificati i singoli responsabili e gli autori che hanno evidentemente inficiato l`intero voto nella città di Catanzaro». Alla richiesta si sono opposti gli avvocati della parte resistente (i legali Giuseppe Iannello, Valerio Zimatore, Francesco Scalzi e Paola Procopio). La commissione ha concluso facendo presente che «l`odierno verbale sarà consegnato alla Digos anche per le eventuali determinazioni di competenza». Ora dovrà essere redatta entro il 10 ottobre una relazione che dovrà essere depositata al tribunale amministrativo. A questo punto il Tar dovrà stabilire se le anomalie accertate siano sufficienti per annullare, anche solo parzialmente, le ultime elezioni comunali del capoluogo.
Intanto prosegue l`attività della Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo sulla presunta compravendita di voti che ha già portato all`iscrizione nel registro degli indagati di sei persone, tra cui il consigliere comunale della maggioranza Francesco Leone. Si attende che l`ufficio gip del tribunale, a cui è stata inoltrata l`istanza, fissi la data dell`udienza per l`incidente probatorio richiesto dal pm Gerardo Dominijanni. Secondo quanto si è appreso, gli avvocati difensori non hanno avanzato opposizione. L`incidente probatorio è finalizzato ad acquisire le dichiarazioni di tredici testimoni che, durante gli interrogatori con la polizia giudiziaria, hanno raccontato di aver ricevuto soldi o la promessi di posti di lavoro in cambio di voti. Si tratta in particolare di persone poco più che trentenni, la maggior parte residenti nel quartiere Siano. La richiesta di incidente probatorio è motivata dal fatto che la procura ipotizza che alcuni degli indagati potrebbero contattare i testimoni offrendo «loro denaro affinché essi, o non depongano in dibattimento, o ritrattino le loro dichiarazioni deponendo così il falso».