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Futuro incerto per l`ex Emiliana tessile

CETRARO Tramonta sul nascere l`ipotesi di trasformare l`ex polo tessile di Cetraro – che negli anni sessanta raggiunse il suo acme con 700 dipendenti – in polo oncologico. Un capitolo definitivamente…

Pubblicato il: 28/09/2012 – 18:32
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Futuro incerto per l`ex Emiliana tessile

CETRARO Tramonta sul nascere l`ipotesi di trasformare l`ex polo tessile di Cetraro – che negli anni sessanta raggiunse il suo acme con 700 dipendenti – in polo oncologico. Un capitolo definitivamente archiviato dopo la richiesta di rinvio a giudizio per gli imprenditori cosentini Pietro Citrigno e Fausto Aquino, formulata dal sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Roberta Carotenuto davanti al gup di Paola, Nicoletta Campanaro. Nella stessa udienza inoltre il pm di Paola ha chiesto la condanna a cinque anni per l`ex sindacalista della Cgil, Franco Mazza che aveva chiesto il rito abbreviato.
Secondo l`accusa i due imprenditori, in concorso con Mazza, avrebbero costretto Angelo Marani – titolare dell`ex, Emiliana tessile, lo stabilimento di Cetraro – a svendere l`intero immobile.  
Così come resta sospeso il progetto di recuperare l`area per trasformarla in centro di ricerca sul sistema mare. Di quel progetto tanto sbandierato dal sindaco della cittadina del Tirreno cosentino, Giuseppe Aieta, non si sente più parlare da tempo. Un`iniziativa prevista dalla legge regionale n. 32 del 19 ottobre 2010, con la quale l`allora giunta Loiero intendeva ripagare Cetraro dei danni subìti dalla vicenda della nave dei veleni sembra essere divenuto evanescente come la stessa storia di quelle imbarcazioni che sarebbero state utilizzate per occultare per sempre rifiuti tossici e radioattivi.
Fino a quando non verrà chiarito il procedimento penale a carico dei due imprenditori e del sindacalista diviene difficile ipotizzare qualsiasi futuro produttivo per l`area. Soprattutto se il terreno rimarrà nelle disponibilità degli imprenditori. Ma ricostruiamo la vicenda.

LE ACCUSE
In particolare da quando ricostruito dagli inquirenti i tre avrebbero costretto Marani a cedere al prezzo di 850mila euro «notevolmente inferiore al reale valore del bene» l`azienda tessile cetrarese. Un valore che gli inquirenti quantificano «in circa 20 milioni». Dalla richiesta di rinvio a giudizio firmata dal sostituto procuratore Roberta Carotenuto, emerge che Citrigno e Aquino, in concorso con Mazza, avrebbero messo in atto una serie di condotte lesive nei confronti dell`imprenditore emiliano per «procurarsi l`ingiusto profitto della differenza tra il prezzo di acquisto e il valore del bene». Dalle carte dell`inchiesta – portata avanti dalla Procura di Paola, emerge infatti che Mazza, «nella sua qualità di rappresentante dell`organizzazione sindacale di categoria», avrebbe minacciato «ritorsioni sindacali se Marani non avesse assunto immediatamente altri venti operai». Inoltre in un`altra occasione Citrigno e Mazza – specificatamente a Correggio e Bologna, nel corso delle riunioni per la cessione dell`azienda – avrebbero paventato «ulteriori danni a Marani se non avesse tolto il disturbo». In quell`incontro l`editore cosentino avrebbe imposto «la vendita al prezzo da lui unilateralmente stabilito» e, secondo l`accusa, sentenziato: «Il prezzo è quello di ottocentocinquantamila euro non trattabili e ringraziami di averti creato una via d`uscita dalla Calabria e se non ti va bene, ti deve andare bene lo stesso». Per l`accusa, inoltre, la cessione sarebbe avvenuta «sul falso presupposto che la Vela Latina (azienda degli imprenditori Aquino e Citrigno, ndr) avrebbe riconvertito l`impianto industriale» nonché garantito i livelli occupazionali.

LE TAPPE
La vicenda dell`ex Emiliana Tessile, dopo le richieste del pm Carotenuto, entrerà nel vivo il prossimo 19 ottobre quando Vito Caldiero, legale dell`imprenditore Pietro Citrigno, esporrà la sua linea difensiva. Il 16 novembre sarà, invece, la volta degli avvocati Gino Perrotta, difensore dell`imprenditore Aquino, e di Francesco Scrivano che difende l`ex sindacalista della Cgil.
Ma per comprendere il futuro dello stabilimento diviene fondamentale anche la decisione che adotterà la Cassazione in merito al sequestro preventivo dello stabile. Il tribunale del Riesame, infatti, aveva dissequestrato lo stabilimento – annullando il provvedimento adottato il 16 maggio dello scorso anno dal gip di Paola – restituendo il bene alla “Vela latina”, la società dei due imprenditori cosentini finiti al centro dell`inchiesta. Un aspetto che dimostra ancora una volta come la storia dell`area industriale di Cetraro e quella del processo di Paola sono sempre più incrociate. Con buona pace degli ex operai dell`Emiliana tessile.

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