«La Calabria sia una priorità nazionale»
CATANZARO Interinali, precari, atipici, disoccupati. È il popolo calabrese che questa mattina ha marciato per le vie del capoluogo chiedendo lavoro e legalità, sicurezza e futuro. Il trentamila hanno…

CATANZARO Interinali, precari, atipici, disoccupati. È il popolo calabrese che questa mattina ha marciato per le vie del capoluogo chiedendo lavoro e legalità, sicurezza e futuro. Il trentamila hanno risposto all`appello dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. Sono giunti da ogni parte della Calabria con 110 pullman per gridare che senza lo sviluppo del Sud non c`è speranza per l`intero Paese. Un tavolo istituzionale che affronti l`emergenza Calabria, è questa la proposta che arriva da Catanzaro. Da sola questa regione non ce la può fare, è il mantra che viene ripetuto lungo tutto il corteo.
Assenti i leader di Cisl Raffaele Bonanni e di Uil Luigi?Angeletti (al loro posto il segretario confederale della Uil?Guglielmo Loy e il numero due della Cisl Giorgio Santini), assoluta protagonista della giornata è stata la segretaria della Cgil Susanna Camusso. Arriva nel corteo “scortata” da decine di fasce tricolori. Quando sale sul palco il primo pensiero è dedicato proprio ai sindaci donna di Monasterace, Rosarno e Isola Capo Rizzuto: «Questa piazza è con voi, non sentitevi mai sole». Parla a braccio ma riesce a toccare tutti i nervi scoperti di questa estrema periferia italiana. L`emigrazione: «non vogliamo più veder partire giovani dalla Calabria per motivi di studio o di lavoro. Vogliamo essere una terra che sa camminare sulle proprie gambe e dare speranza». I trasporti: «Una regione isolata è una regione che fa fatica, per questo chiediamo il ripristino dei collegamenti ferroviari da e per la Calabria». La scuola: «Non parliamo più di università, adesso a rischio c`è addirittura la scuola dell`obbligo». Infine, i fondi europei: «Non è possibile che si rischi ancora di perdere buona parte dei finanziamenti comunitari. Serve qualità nella spesa per realizzare servizi che siano utili ai cittadini e migliorino la qualità della vita di questa comunità».
Non mancano poi i riferimenti alla situazione italiana. «In Italia c`é un clima di sfiducia e di paura. Quello che si sta vivendo in questi mesi – ha aggiunto la Camusso – è il clima di un Paese sfiduciato e che ha paura di non farcela». «In questi mesi – ha proseguito la leader della Cgil – ci sono stati durissimi sacrifici che però non hanno avuto un ritorno in possibilità di sviluppo e di lavoro. Per questo serve una svolta, e serve rapidamente». «Anche per questo motivo – ha concluso – è profondamente sbagliata la legge di stabilità, che continua a essere un provvedimento di privazione di risorse al lavoro e alle pensioni». La segretaria del sindacato non risparmia critiche al governo Monti che ha tolto gli abiti del tecnico e si è messo a fare le cose di un governo tradizionale». E spiega: «La produttività a parole è una priorità, ma invece non si è fatto nulla in questa direzione. Questo Governo chiede solo agli altri di fare».
Le parole di Guglielmo Loy segretario confederale della Uil mostrano l`unità del sindacato, almeno su alcuni temi: «La legge di stabilità non è per niente chiara. Nella sua forma è tutta da verificare. Appare infatti – ha aggiunto – che ciò che viene dato con la mano destra poi se lo riprendono con la mano sinistra. Ad esempio è facile prevedere che le amministrazioni locali e regionali faranno saltare gli argini sulla tassazione locale che oggi pesano molto sul reddito delle persone. Quindi molta cautela nel giudizio di questa legge di stabilità». Anche sul tema della produttiva l`esponente della Uil non lesina critiche all`esperienza Monti: «Quello della produttività – ha aggiunto – era un tema che andava posto all`inizio dell`esperienza di questo governo. Invece sono stati fatti provvedimenti sulle pensioni e sul mercato del lavoro. Invece in questo periodo di crisi ci sembrava più giusto fare degli interventi per la crescita che contiene anche il tema della produttività. Oggi ci chiamano a fare un accordo e noi riteniamo che ci sono le condizioni per farlo purché ci sia un clima che favorisca gli investimenti. L`accordo aiuta la situazione generale ma certo non risolverà tutti i problemi. Serve però salvaguardare i salari».
Anche dal segretario aggiunto della Cisl Santini arriva l`appello affinché il problema Calabria giunga sul tavolo del governo nazionale. «Da questa piazza – ha detto nel suo intervento Santini – si leva forte il grido lavoro e legalità che sono due facce della stessa medaglia. Per questo non solo chiediamo interventi a sostegno dell`occupazione e della produttività, ma anche che il governo approvi rapidamente la legge anticorruzione».