Una nuova valvola salvavita per i malati di cuore
Il Sant`Anna Hospital di Catanzaro, Centro regionale di alta specialità del cuore, ha introdotto l`uso della nuova valvola biologica “Intuity”, prodotta dall`americana Edwards. Ora sono tre i centri…

Il Sant`Anna Hospital di Catanzaro, Centro regionale di alta specialità del cuore, ha introdotto l`uso della nuova valvola biologica “Intuity”, prodotta dall`americana Edwards. Ora sono tre i centri italiani a usare questa particolare e innovativa protesi per i propri pazienti: oltre a quello calabrese, infatti, ci sono lo European hospital di Roma e il Pasquinucci di Massa. A darne notizia è un comunicato della struttura sanitaria del capoluogo calabrese.
«Le bioprotesi Edwards – riporta la nota – rappresentano da oltre vent`anni il golden standard per le persone affette da malattia valvolare aortica così avanzata da giustificare la sostituzione della valvola nativa e per quelle che hanno già una protesi aortica che va sostituita. Ma il modello “Intuity”, introdotto al S.Anna, presenta una serie di ulteriori vantaggi rispetto ai modelli precedenti: è una valvola a rilascio rapido e richiede solo tre punti di sutura. Ciò significa ridurre notevolmente i tempi chirurgici di impianto, abbattendo altresì della metà quelli di clampaggio (chiusura) dell`aorta e di circolazione extra corporea (Cec)». «La riduzione dei tempi – spiega Alfonso Agnino, direttore del dipartimento di Chirurgia cardiovascolare del S.Anna – è un elemento cruciale per i malati aortici isolati ma soprattutto per quelli che presentano una patologia associata, come il by-pass; pazienti anziani o emodinamicamente compromessi. Dimezzare l`esposizione alla circolazione extra corporea e i tempi di clampaggio, infatti, è fondamentale per ridurre lo stress che il cuore e l`intero organismo subiscono inevitabilmente durante l`intervento. Non solo – prosegue Agnino – la valvola biologica “Intuity” sposa perfettamente il concetto di chirurgia mini invasiva, perché oltre a permettere la riduzione dei tempi chirurgici, facilita tecnicamente l`impianto della protesi stessa attraverso incisioni di pochi centimetri del torace o dello sterno. Tutti questi elementi associati insieme fanno si infine che il malato, in fase post operatoria, necessiti di una permanenza in terapia intensiva e poi in reparto di degenza anch`essa sensibilmente ridotta». «Possiamo quindi concludere – prosegue la nota – che un solo elemento (la nuova valvola biologica) innesca una serie di ricadute positive sul segmento terapeutico e di conseguenza sul paziente: un beneficio estetico e clinico funzionale (approccio mini invasivo); la riduzione sensibile dello stress su cuore e organismo (tempi chirurgici sensibilmente ridotti); il ritorno rapido a una vita normale (minore permanenza in terapia intensiva e in reparto dopo l`intervento). Tali vantaggi sono stati riscontrati da un recente studio clinico europeo multicentrico, denominato “Triton” e condotto su oltre centocinquanta pazienti. Infatti, i dati clinico-medici che ne sono emersi non solo hanno anche retto il confronto con quelli contenuti nel database della “Sts”, la società americana di cardiochirurgia, ma li hanno addirittura migliorati».