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`Ndrine nel Modenese: tre arresti

MODENA Nuovo scacco alle `ndrine al Nord. Nell`ambito dell`indagine che riguarda il Comune di Serramazzoni, la guardia di finanza di Modena ha eseguito nella mattinata di oggi tre arresti nei confron…

Pubblicato il: 22/10/2012 – 17:37
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`Ndrine nel Modenese: tre arresti

MODENA Nuovo scacco alle `ndrine al Nord. Nell`ambito dell`indagine che riguarda il Comune di Serramazzoni, la guardia di finanza di Modena ha eseguito nella mattinata di oggi tre arresti nei confronti di appartenenti a un`organizzazione criminale formata da persone di origine calabrese ritenute vicine alla `ndrangheta, operanti prevalentemente nella fascia dell`appennino modenese. Il sodalizio – secondo le indagini – è guidato da un calabrese, originario di Polistena (Reggio Calabria), con numerosi precedenti penali, tra gli altri, per estorsione e detenzione di armi da guerra. Negli ultimi anni, l`attività “imprenditoriale” del gruppo criminale è stata orientata nel settore immobiliare e nell`acquisizione di appalti pubblici di lavori, opere e forniture dal Comune di Serramazzoni, gestiti sia direttamente dal Comune stesso che attraverso una società partecipata. In tale contesto risultano numerosi e ripetuti casi di turbativa d`asta accertati nell`affidamento degli appalti. L`organizzazione è riuscita a sviluppare nel tempo intense relazioni con alcune persone con posizioni di rilievo nel municipio, per ottenere agevolazioni e la garanzia di un trattamento privilegiato nella gestione delle procedure. Nel giro di qualche anno tale attività di infiltrazione ha consentito di ottenere l`affidamento di alcuni appalti di oltre 2,7 milioni di euro. In un caso, risulta aver partecipato a una procedura per l`aggiudicazione di un appalto una società che, pur in mancanza delle attestazioni o dei requisiti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari richiesti, o presentando attestazioni false, è riuscita, in virtù degli accordi collusivi concordati, a prendere parte alle procedure per l`assegnazione dell`appalto e a ottenerne l`affidamento. In altri casi è stato accertato che l`organizzazione criminale ha utilizzato come schermo una società calabrese formalmente in regola con i requisiti richiesti. Dopo aver ottenuto gli appalti la società provvedeva successivamente ad affidare l`esecuzione delle relative opere in sub-appalto a imprese riconducibili all`organizzazione criminale. I componenti dell`organizzazione garantivano non solo la condivisione degli utili, ma anche il loro “appoggio” nella risoluzione di controversie di varia natura in cui risultavano coinvolti i soggetti collusi. In un caso, infatti, il sodalizio criminale risulta essersi sostituito nella posizione creditoria vantata verso un affarista immobiliare noto nella zona per indurlo a effettuare la restituzione delle somme dovute e garantire la conseguente riscossione del credito. Anche le metodologie utilizzate dall`organizzazione erano quelle tipiche di stampo `ndranghetista. Nei locali di uno studio immobiliare, ad esempio, è stata rinvenuta la testa di un capretto con la lingua fuori. In più occasioni sono state recapitate pallottole e bossoli di pistola, mentre in un solo episodio sono stati recapitati ad un soggetto 8 bossoli inesplosi, con un biglietto con la scritta “… la prossima tocca a te“. Gli immobili di un altro cittadino sono stati incendiati, all`inizio come avvertimento, con lievi danni al portone d`ingresso, infine, in un successivo incendio, provocando ingenti danni economici, quantificati in oltre 150mila euro. Le indagini hanno consentito di individuare sia il mandante che gli esecutori materiali delle intimidazioni, poste in essere per scoraggiare la partecipazione di eventuali altre imprese alle procedure di assegnazione degli appalti o subappalti o indurre i funzionari pubblici che ricoprivano un ruolo centrale nell`aggiudicazione di un appalto a seguire le indicazioni dell`organizzazione, ottenere la corresponsione forzata di somme di denaro da altri imprenditori, estorcere utilità economiche di varia natura da imprenditori, ai quali l`organizzazione medesima risulta aver assicurato la propria “protezione”. Al gestore di un locale notturno è stato richiesto il pagamento del 12% dell`incasso serale. In caso di rifiuto minacciavano di provocare delle risse o l`incendio dei locali. Per la formulazione delle richieste illecite veniva utilizzato un linguaggio convenzionale per alludere al compenso da versare. Ad esempio, in un caso è stato richiesto il pagamento della “capra”. Alcuni dei membri del sodalizio avevano armi da fuoco (sia automatiche che a tamburo) detenute irregolarmente. Sono stati denunciati alla locale Procura della Repubblica 12 persone per varie ipotesi di reato, tra cui associazione a delinquere, concussione, turbata libertà degli incanti, incendio, danneggiamento a seguito d`incendio ed estorsione. Oggi è stata data esecuzione a tre arresti nei confronti dei calabresi individuati. Le indagini sono tuttora in corso.

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