Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 9:54
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

La Perla dello Stretto è in default

SCILLA La Perla della Costa viola ha fatto crac. Il consiglio comunale di Scilla venerdì ha approvato il dissesto finanziario dell’ente. Un provvedimento fortemente voluto dall’amministrazione comuna…

Pubblicato il: 26/10/2012 – 23:00
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
La Perla dello Stretto è in default

SCILLA La Perla della Costa viola ha fatto crac. Il consiglio comunale di Scilla venerdì ha approvato il dissesto finanziario dell’ente. Un provvedimento fortemente voluto dall’amministrazione comunale guidata da Pasquale Caratozzolo, a causa delle insostenibilità della situazione contabile del Comune. Il bilancio consuntivo 2010 ha accertato un disavanzo di quasi cinque milioni di euro (4,896, per l’esattezza). Una cifra alla quale vanno aggiunti i debiti fuori bilancio, pari a circa 3,3 milioni di euro. Tanto è bastato alla giunta per decidere di archiviare la pratica dichiarando il default di Palazzo San Rocco. In Aula, però, è stata bagarre, con le forze di opposizione decise a dar battaglia fino all’ultimo per bloccare l’iniziativa della giunta. Sforzo vano. La maggioranza aveva i numeri e li ha usati per dare il via libera all’arrivo dei commissari, che amministreranno le casse del Comune da qui ai prossimi dieci anni.
Unica eccezione tra le file della maggioranza, il consigliere Vincenzo Porpiglia, astenuto. Voto contrario per la minoranza, che ha accusato senza mezzi termini l’esecutivo Caratozzolo di non aver approntato nessuna misura per evitare il tracollo dell’ente comunale.
Una via per coprire il debito – secondo il capogruppo di minoranza, Pasquale Ciccone – consisteva in una maggiore capacità di riscuotere i tributi. È ormai risaputo che a Scilla una larga fetta della popolazione non paga le tasse comunali, soprattutto nelle frazioni di Melia e Solano. Altra opzione era invece rappresentata dalla dismissione del patrimonio edilizio e fondiario, che avrebbe forse potuto consentire di ripianare il disavanzo nel giro di pochi anni.
Obiezioni prontamente respinte al mittente dall’assessore al Bilancio Ciccio Bova, per il quale «il tenore dei problemi è tale da non offrire possibilità di scelta. Il dissesto è un percorso obbligato, anche a causa della gestione irregolare delle risorse degli anni scorsi». L’assessore, dopo aver puntato il dito contro la precedente amministrazione comunale, guidata dall’ex sindaco Gaetano Ciccone, ha illustrato le maggiori criticità dell’ente: «residui attivi e passivi non veritieri»; «fondi vincolati usati per la spesa corrente e non ripristinati nella loro consistenza»; «bassa capacità di riscossione dei tributi»; «assenza di liquidità».
Durissima la replica dell’opposizione, che ha rimproverato al sindaco Caratozzolo di non aver saputo trovare strade alternative alla dichiarazione di default.
«Mentre la maggior parte dei Comuni d’Italia annaspa – è stato il ragionamento di Ciccone -, solo a Scilla ritroviamo una giunta che ha dichiarato di procedere a gonfie vele verso il dissesto, un provvedimento estremo che qualunque amministratore cerca sempre di evitare. Non in questo paese maledetto».
Ma oltre ai giudizi di merito, la minoranza ha affrontato anche l’aspetto formale della questione. Stando alle affermazioni di Ciccone, la relazione di accompagnamento al dissesto sarebbe stata stilata da una consulente esterna, Lucia Rachiele, che al momento della consegna del documento ufficiale non sarebbe stata nemmeno alle dipendenze del Comune. «La signora in questione – ha detto ancora il capogruppo di minoranza – era stata licenziata prima e non aveva alcun titolo per produrre quel testo».
Al di là degli aspetti procedurali, che comunque dovranno essere attentamente esaminati, resta la dichiarazione di fallimento del Comune di Scilla. «È un disastro – ha aggiunto Ciccone -, Caratozzolo si è assunto la responsabilità di segnare indelebilmente il destino del paese per i prossimi dieci anni».
La Perla dello Stretto ha fatto crac, adesso bisognerà capire se sarà in grado di risalire la china.

Argomenti
Categorie collegate

x

x