TRUFFA IN AGRICOLTURA | Il tariffario dei falsi braccianti
PALMI Anche un ispettore dell`Inps, oggi in pensione, finisce nei racconti di Salvatore Deraco, la mente di almeno 16 anni di truffe nel settore dell`agricoltura. Dopo la decisione di collaborare con…

PALMI Anche un ispettore dell`Inps, oggi in pensione, finisce nei racconti di Salvatore Deraco, la mente di almeno 16 anni di truffe nel settore dell`agricoltura. Dopo la decisione di collaborare con la giustizia, il professionista ne ha per tutti. E non risparmia un funzionario – del quale non facciamo il nome perché non è indagato – dell`istituto di previdenza. Deraco sostiene di averlo «corrotto con periodici versamenti di “mazzette” (effettuati dal 2003 in poi, per lo più sotto Natale) affinché i controlli ispettivi fossero omessi o si svolgessero in modo superficiale».
Non è l`unico spunto investigativo offerto agli inquirenti dall`ex consulente. Deraco, secondo quanto riporta il gip, «ha quantificato in circa un centinaio le aziende (delle quali era consulente) coinvolte nell`affaire legato all`assunzione di falsi braccianti, e in una decina quelle a lui rivoltesi per ogni dettaglio relativo all`attività truffaldina, quindi anche per la corruzione dei funzionari Inps». L`affaire dei falsi braccianti, dunque, potrebbe allargarsi ulteriormente. E spunta anche un tariffario, versato dai “lavoratori” alle aziende e ai consulenti, in modo da poter usufruire – in prospettiva – dei contributi pensionistici. È sempre Deraco a spiegarlo agli inquirenti: i versamenti servivano a ripartire gli utili «illecitamente conseguiti e variabili tra i 1.500 e i 2.000 euro a lavoratore, a seconde delle giornate lavorative contabilizzate e comunicate all`Inps». Anche l`altro commercialista che ha fornito indicazioni agli investigatori, Luca Laguteta, ha confermato l`esistenza del tariffario, «quantificando gli importi versati dal lavoratore in 1.000 euro per 51 giornate, 2.000 euro per 102 giornate e 3.000 euro per 151 giornate».
Laguteta ha anche spiegato «il meccanismo truffaldino messo in atto presso il suo nuovo studio: un meccanismo che prevedeva il versamento da parte del lavoratore di un importo pari a 1.600 euro, destinato in parte al pagamento dei contributi (900 euro) e, in parte, quale utile per l`azienda e lo studio Laguteta (700 euro, da dividere per due)». A fornire il denaro destinato alla truffa pensavano l`Unione europea e l`Inps. Cioè i cittadini.