Nessuna schiarita a Pianambiente, operai di nuovo sul tetto
GIOIA TAURO Da stamattina gli ex lavoratori della società mista “Pianambiente” si trovano sul tetto della caserma in costruzione dei carabinieri, a Gioia Tauro. E` la seconda protesta nel giro di die…

GIOIA TAURO Da stamattina gli ex lavoratori della società mista “Pianambiente” si trovano sul tetto della caserma in costruzione dei carabinieri, a Gioia Tauro. E` la seconda protesta nel giro di dieci giorni da parte dei dipendenti della ex società addetta alla raccolta dei rifiuti nella Piana di Gioia Tauro. Gli operai protestano per il pagamento degli stependi arretrati e l`effettivo avvio delle procedure di gara per il riassorbimento in un nuovo soggetto. «Sono padri di famiglie al limite della soglia di povertà – ha dichiarato il segretario della Filcams-Cgil di Gioia Tauro Valerio Romano – che vivono sulla propria pelle la disperazione che cercano di esternare con tali atti di protesta. La paura è quella della perdita del posto di lavoro con tutte le conseguenze che potrebbe comportare, vista anche l`immensa difficolà di essere, poi, riassorbiti nel mercato del lavoro. Pertanto, sono pronti a mettere a repentaglio la propria vita. Si chiede, per l`ennesima volta, un`attenzione seria e puntuale da parte della politica, con soluzioni a lungo termine in modo da permettere e salvaguardare la dignità di questi lavoratori e delle loro famiglie». Già il 13 novembre scorso, gli ex dipendenti della società mista, messa in liquidazione all`inizio della scorsa estate, avevano protestato per il pagamento degli stipendi arretrati chiedendo certezze sul riassorbimento in una nuova società. Il 31 dicembre prossimo è divenuta la data simbolo per i 90 operai ex Piana Ambiente. Da quel giorno, infatti, i lavoratori cesseranno di avere i requisiti per accedere alla cassa integrazione in deroga dalla Regione divenendo, pertanto, disoccupati a tutti gli effetti. Insieme all`incubo di rimanere senza lavoro e salario, si aggiunge la rabbia per i tanti stipendi arretrati e i sussidi non percepiti da giugno scorso. Una situazione che sta diventando sempre piu` esplosiva, soprattutto perche` dopo la messa in liquidazione della società mista, a maggioranza di capitale pubblico, i Comuni della Piana di Gioia Tauro – «azionisti e colpevoli del fallimento della società», secondo quanto ha dichiarato Romano – non sono riusciti a mettere in piedi un nuovo soggetto che avrebbe potuto riassorbire i lavoratori messi in cassa integrazione di Piana Ambiente. Una protesta, quindi, rivolta soprattutto contro i sindaci del territorio che da mesi, e nonostante l`intervento del prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli, non sono riesciti a trovare la quadra e dare certezza agli operai.