CATANZARO Il centro di risonanza magnetica cardiaca all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme si conferma stuttura d’eccellenza. È quanto sostengono, in una nota, i vertici dell`Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro che evidenziano come «la struttura lametina, unica pubblica a livello regionale ad erogare questo tipo di indagine di terzo livello, è infatti una delle otto strutture presenti in Italia che esegue la risonanza magnetica cardiaca». Il centro presente nel presidio della città della Piana, avviato nel 2008, adotta – fanno rilevare i vertici aziendali – una «metodica, assolutamente non invasiva e fondamentalmente innocua per il paziente» che permette «il non trascurabile vantaggio di non utilizzare radiazioni ionizzanti o mezzi di contrasto a base di radioisotopi o mezzi iodati, che tanta apprensione creano nei pazienti e negli operatori per la nota possibilità da determinare reazioni allergiche». «Tutto ciò – ha affermato il direttore generale dell`Asp di Catanzaro, Gerardo Mancuso – ha fatto sì che oggi i pazienti che necessitano della cardio-risonanza magnetica non devono più emigrare nelle altre poche strutture italiane capaci di erogare questo tipo di esame, con un indubbio risparmio anche sul piano economico oltre che per la maggiore comodità e tranquillità dei pazienti stessi. L’altra peculiarità del centro di cardio risonanza magnetica lametino, che lo contraddistingue quale centro di eccellenza di riferimento, è rappresentata anche da un’altrettanto intensa e qualificata attività nell’ambito della ricerca scientifica: stretta è infatti la collaborazione che è stata intrapresa da alcuni anni con gli altri pochi centri di cardio-Risonanza presenti in Italia».?Tra cui il laboratorio di cardio-risonanza magnetica della fondazione “Gabriele Monasterio Cnr – Regione Toscana”, con sede a Pisa.? «La collaborazione con questo centro – ha spiegato il dottore Salvatore Giuseppe Galea, direttore dell`unità di radiologia di Lamezia Terme – si basa sul presupposto che per la maggior parte dei talassemici la sopravvivenza dipende da continue trasfusioni di sangue, una pratica indispensabile, ma con un importante effetto collaterale: l`accumulo di ferro a livello del cuore, potenzialmente mortale. Le complicanze cardiache infatti rimangono la prima causa di morte in questa popolazione e fino a qualche anno fa l`entità dell`accumulo di ferro cardiaco non poteva essere misurata. Lo studio Miot (Myocardial iron overload in thalassemia) che viene eseguito nel centro di cardio-risonanza magnetica lametino, che si pone tra i primi in Italia per numerosità dei pazienti arruolati, opera insieme agli altri sette centri italiani ed in collaborazione con le varie strutture ematologiche del Meridione per la stima quali-quantitativa dell’accumulo del ferro a livello cardiaco ed epatico nei pazienti affetti da talassemia e drepanocitosi. I risultati preliminari dello studio Miot indicano come la cardio-risonanza magnetica sia indispensabile nell’indirizzare i pazienti talassemici con una corretta terapia».?
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