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I congressi del Pd vanno celebrati dopo le elezioni

Le Primarie Italia Bene Comune sono state una forte iniezione di fiducia per noi tutti, un eccezionale e straordinario confronto sui grandi temi della Politica nazionale in un periodo, il nostro, di…

Pubblicato il: 06/12/2012 – 15:35
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I congressi del Pd vanno celebrati dopo le elezioni

Le Primarie Italia Bene Comune sono state una forte iniezione di fiducia per noi tutti, un eccezionale e straordinario confronto sui grandi temi della Politica nazionale in un periodo, il nostro, di ingombrante visibilità e mobilitazione dell’antipolitica. E che sono state un successo lo dicono i fatti se è vero che durante le primarie del centrosinistra si è registrata, per la prima volta, una flessione del consenso e della mobilitazione nel fronte dei cavalieri dell’antipolitica a cominciare da Grillo. Segno che l’unico argine alla deriva populista e antipolitica della nostra democrazia è la politica, quella dal volto umano, che sa riconoscere i propri errori e tenta di risolverli, che sa mettere da parte i propri apparati e decide di restituire un pezzo di sovranità ai cittadini in percorsi limpidi, sobri e trasparenti. Anche in Calabria. Utile, strategico, direi necessario sarebbe se oggi il Pd calabrese difendesse il ritrovato rapporto con il suo elettorato, cercando di recuperare quello perduto, non solo convocandoli alle nuove preannunciate primarie, ma rendendoli protagonisti di una nuova stagione di coerenza, trasparenza e coraggiosa azione politica regionale: 1) Concentriamoci immediatamente sulla campagna elettorale nella città di Catanzaro, rinviando i preannunciati congressi cittadini, ad oggi inutili e dannosi allo stesso modo di come lo sarebbe quello regionale se fosse tenuto prima delle elezioni politiche. 2) Rendiamo pubbliche le somme introitate nella nostra Regione per le Primarie Italia Bene Comune, la suddivisione tra le forze che hanno promosso la consultazione e che sia reso noto come il Pd della Calabria intende utilizzare queste somme a cominciare dal necessario sostegno che occorre garantire, da subito, alla campagna elettorale per Catanzaro. 3) Procediamo, commissario regionale ed il capogruppo regionale del Pd in testa, a rendere noto, nel dettaglio, come sono stati utilizzati i fondi attribuiti al gruppo consiliare regionale, senza attendere gli sviluppi delle inchieste avviate sull’utilizzazione dei fondi per i gruppi regionali. Nel merito dei dati di affluenza e delle percentuali di vittoria delle Primarie, invece, sarei più prudente e mi guarderei bene dal parlare di straordinario afflusso alle urne e di grande consenso a Bersani, e quindi al Pd, soprattutto in Calabria. I numeri e le percentuali sono inclementi e i dati comparati delle primarie di oggi con quelle di ieri e di avantieri (da Prodi a Veltroni, al congresso del 2009), dimostrano una flessione notevole, direi quasi imbarazzante, perché nonostante la partecipazione dei simpatizzanti di Sel e del Psi, un calabrese su tre di quelli che avevano votato alle primarie del 2009, ha deciso di restare a casa. Ed è un calabrese che tre anni fa aveva votato Bersani. Limitando l’emorragia al solo dato del primo turno per esempio, in termini assoluti il segretario Bersani in tre anni ha visto dileguarsi la simpatia di circa 44 mila calabresi. E se si considera che, che nel 2009 il concorrente di Bersani alla segreteria, Franceschini, era sostenuto da diversi big calabresi (Pirillo, Laratta, Adamo) che oggi sono stati tutti pro-Bersani, il dato è ancora più allarmante.
Il risultato calabrese delle primarie, quindi, non è un successo rispetto al passato, ma ci parla di una distanza crescente tra i calabresi e il segretario nazionale del Pd, nonostante la mozione Calabria presentata in luglio e nonostante proprio in Calabria, a settembre, si sia svolta la conferenza del partito sul Mezzogiorno. È lecito a questo punto interrogarsi sulle cause di questa riduzione del consenso che, a nostro avviso, sono da cercarsi tutte dentro la situazione regionale del Pd, un partito commissariato da due anni, che si trova tra l’incudine e il martello in vista delle prossime elezioni politiche, sospeso da un congresso regionale rinviato sine die, e impegnato in una probabile competizione elettorale anticipata alla Regione Calabria. Risolutivo di molte problematica e rigenerante sarebbe se le primarie per la scelta dei candidati al Parlamento e a presidente della giunta regionale, preannunciate da Bersani a Roma e D’Attorre in Calabria, si svolgessero nello stesso clima di sano e trasparente confronto di quello registrato, anche in Calabria, in queste primarie appena concluse. Ma sarebbe, comunque, opportuno anche in caso di riforma della legge elettorale con l’introduzione delle preferenze, percorrere la stessa strada individuando meccanismi di partecipazione che consentano agli iscritti ed a quanti vorranno farlo, di scegliere i candidati al Parlamento tra le espressione reali dei territori, sancendo fin da ora che gli eletti non assumano responsabilità di direzione politica nel partito.

* Gruppo Pd-Calabria 25 aprile

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