Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 19:34
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«Lo ha buttato a terra il figlio di Rocco Papalia»

DELIANUOVA «Adesso sono arrabbiati, ce l`hanno tutti con me, vero?». Nella domanda di Giuliano Napoli c`è il rimorso, l`angoscia di aver arrecato un`ulteriore sofferenza alla sua famiglia. Alla sangu…

Pubblicato il: 11/12/2012 – 17:50
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
«Lo ha buttato a terra il figlio di Rocco Papalia»

DELIANUOVA «Adesso sono arrabbiati, ce l`hanno tutti con me, vero?». Nella domanda di Giuliano Napoli c`è il rimorso, l`angoscia di aver arrecato un`ulteriore sofferenza alla sua famiglia. Alla sanguinosa rapina nel supermercato di Delianuova aveva partecipato anche lui, da protagonista. Ma le sue parole registrate in carcere hanno permesso di scoprire un quarto complice, Giuseppe Papalia, arrestato questa mattina dai carabinieri di Palmi.
Giuliano Napoli aspettava i sodali in auto, pronto alla fuga. Dentro, intanto, moriva il titolare del negozio, Giuseppantonio Strano, e veniva ferito il cugino di Giuliano, Luigi. Ferito a morte. I rapinatori, dopo essersi allontanati dal luogo del delitto, decidono di abbandonarlo sul selciato di una stradina isolata di Delianuova. Poi fuggono.
Antonino Festa verrà catturato il giorno dopo. Giuliano Napoli, invece, si consegnerà spontaneamente e ammetterà le sue responsabilità in relazione alla rapina. Ma è forte la sua preoccupazione per la reazione dei familiari di fronte alla decisione di abbandonare il cugino per strada, senza portarlo in ospedale o tentare di soccorrerlo in qualche modo.
Durante un colloquio nel carcere di Palmi con il fratello Damiano, il rapinatore chiede come stiano gli zii – i genitori di Luigi, morto in seguito alla reazione armata di Michele Strano, fratello del titolare del supermercato – e Guerino, fratello del rapinatore deceduto. Giuliano prova a spiegarsi, a declinare ogni responsabilità. Per questo – scrive il gip Fulvio Accursio nell`ordinanza di custodia cautelare in carcere – «spiegava al fratello (affinché questi lo riportasse a chi di dovere, Napoli Guerino) che quella non era stata una sua decisione, poiché non avrebbe mai fatto, di sua volontà, una cosa del genere e che quindi la responsabilità di quanto accaduto era di un`altra persona, proprio di Delianuova».
Affermazioni che, dopo un`attenta attività investigativa, hanno definitivamente incastrato Papalia, ritenuto dagli inquirenti il basista e principale regista della rapina al supermercato. «Guarino che dice?», chiedeva Napoli al fratello. «Piangeva… dice almeno andavi prima di consegnarti e gli spiegavi». Ma il rapinatore detenuto dà subito indicazioni precise al fratello: «Vai a salutarlo e gli dice che (inc…) dalla macchina il figlio di Rocco Papalia… il figlio di Rocco Papalia lo ha buttato là a terra». Napoli prova a essere ancora più convincente, quando intima di riferire che «non avrei fatto mai e poi mai una cosa del genere con un cugino mio… glielo dici». Ma il fratello Damiano riporta anche la ricostruzione fornita da Antonino Festa – un altro protagonista della tragica vicenda – alla madre: «L`altro giorno a sua mamma mentre faceva il colloquio glielo ha detto…  Che lui appena è morto in macchina voi lo volevate scendere e lui lo ha preso lo ha sceso dalla macchina e vi ha detto che lui sarebbe rimasto con Luigi e voi siete andati via… così gli ha detto…». Menzogne, secondo Napoli, che ribadisce con forza: «Non è vero… non è vero».
Dopo le rivelazioni involontarie dei fratelli Napoli, per gli inquirenti è stato piuttosto semplice individuare il «figlio di Rocco Papalia», quel Giuseppe Papalia considerato il basista della banda di Delianuova. Del resto, anche senza il contributo delle intercettazioni, gli inquirenti erano già convinti della partecipazione al “colpo” di un altra persona che – come scrive il gip – fosse «conoscitrice del territorio di Delianuova in generale e del supermercato oggetto della rapina in particolare». Soprattutto «la circostanza che i rapinatori abbiano prelevato tutti i contanti che la famiglia Strano aveva l`abitudine di non tenere nella cassa ma di riporre in un mobile ad esso attiguo, è un elemento che rendeva, fin da subito, assolutamente verosimile l`esistenza di un basista del posto».
Una verosimiglianza confermata dalla parole di Giuliano Napoli, il cugino del rapinatore ucciso e poi abbandonato sul ciglio di una strada di campagna.

Argomenti
Categorie collegate

x

x