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Scopelliti non si candida. Ma anche sì

CATANZARO Mi candido o non mi candido? Nelle ultime settimane il governatore ha fatto il classico giochino delle tre carte, cercando di occultare una verità alla fine confermata dalle sue stesse affe…

Pubblicato il: 20/12/2012 – 17:46
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Scopelliti non si candida. Ma anche sì

CATANZARO Mi candido o non mi candido? Nelle ultime settimane il governatore ha fatto il classico giochino delle tre carte, cercando di occultare una verità alla fine confermata dalle sue stesse affermazioni, sempre declinate nel classico gergo politichese: ci sarà una sua candidatura in Parlamento – ha detto – solo se sarà «imposta» e solo se sarà «tecnica».
Tradotto: il governatore della Calabria si candida alle Politiche, malgrado settimane passate a smentire le indiscrezioni trapelate sugli organi di informazione. «Il mio impegno è qui in Calabria insieme a una classe dirigente che si sta sforzando di rendere normale questa Regione e dare risposte ai suoi cittadini». Così diceva Scopelliti il 16 dicembre, esattamente quattro giorni fa. Oggi un dietrofront criptico, tipico della sua consumata dialettica.
Resto qui per la Calabria, ma se me lo impongono… Tutto studiato, tutto programmato, come perfettamente raccontato da un servizio del Corriere della Calabria in edicola da oggi. L`operazione è stata elaborata nei minimi dettagli e concordata con il segretario del Pdl Angelino Alfano: il governatore scenderà in campo al Senato come capolista del suo movimento, “Scopelliti presidente”. Con lui, nell`armata in rotta verso Palazzo Madama ci sarà spazio anche per una lunga serie di fedelissimi e di rappresentanti della società civile. L`obiettivo è chiaro: sfruttare le “anomalie” della attuale legge elettorale, che prevede la possibilità dell`“apparentamento”. Due liste – Pdl più “Scopelliti presidente” – per un obiettivo comune: raggiungere la soglia del 20% per avere diritto a seggi. In questo caso, a ognuna delle due liste basterebbe raggiungere la quota del 3%. Se la coalizione non dovesse invece raggiungere la fatidica soglia, ogni lista dovrebbe ottenere almeno l`8% dei voti. Il fine ultimo è quello di “rubare” al Pd in forte ascesa la maggioranza dei seggi disponibili in Calabria, che in tutto “mette in palio” 10 scranni per Palazzo Madama.
E, in uno scenario del genere, nelle liste ci sarebbe davvero posto per tutti. Anche per alcuni attuali assessori regionali. Altro che «non sono candidato a nulla»: i giochi sono fatti, e le carte erano state mostrate da tempo.
Se «imposta la candidatura sarà solo tecnica», dice oggi Scopelliti, come fosse uno sprovveduto, uno che non sa ancora quale strada pigliare. Atteggiamento ambiguo confermato anche quando gli viene chiesto di possibili candidature dei componenti di giunta o consiglio regionale: «Non c`è alcuna preclusione» – dice il governatore –, secondo cui è dunque possibile «che ci sia la candidatura dell`assessore, del presidente, che sia tecnica, nel fatto di scendere in campo ma non ci sono altre volontà e altre determinazioni». Linguaggi volutamente incomprensibili per mandare un messaggio esplicito: Scopelliti è già in campo, per usare una espressione a cui è molto affezionato. E con lui altri esponenti dell`esecutivo, che adesso – evidentemente – avranno preoccupazioni più grandi rispetto al buon governo della Regione.
«Noi abbiamo bisogno di portare un contributo in termini di consenso per dare sempre più forza a questa azione, che oggi può partire ancora una volta dal Sud per dimostrare che il centrodestra è forte soprattutto nel Sud, e compensare altro tipo di tendenze che a volte si sono registrate nel passato. La mia ferma convinzione è quella di restare e spero che questo sia condiviso», ha concluso Scopelliti.
Bisogna capirlo. Lui vorrebbe restare in Calabria, ma la situazione suggerisce un suo intervento, e quindi se glielo “impongono” deve partire, per semplice candidatura “tecnica”.
È solo il caotico quanto lucido preludio di una campagna elettorale a lungo nascosta, ma da lungo tempo preparata. A dispetto di ogni smentita.

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