Migliaccio lancia l`allarme sulla “zona grigia”
Legami tra gli apparati criminali veri e propri e la cosiddetta zona grigia composta da professionisti operanti nel settore della giustizia e della finanza, quali avvocati, periti e medico-legali, co…

Legami tra gli apparati criminali veri e propri e la cosiddetta zona grigia composta da professionisti operanti nel settore della giustizia e della finanza, quali avvocati, periti e medico-legali, commercialisti. È l`allarme lanciato dal presidente della Corte d`appello di Catanzaro, Gianfranco Migliaccio, nella relazione per l`inaugurazione dell`anno giudiziario. «Si è in presenza – ha spiegato il presidente – di un fenomeno profondamente radicato che, nonostante l`impegno delle Procure della Repubblica e delle forze dell`ordine, continua a seminare lacrime e lutto».
La prova della pervasività delle organizzazioni criminali nel distretto si trova «nell`elevato numero di procedimenti per il delitto di associazione di tipo mafioso, a dimostrazione della persistente presenza di tale fenomeno sull`intero territorio, nonostante i periodici interventi repressivi posti in essere dalla locale Direzione distrettuale antimafia e dalle forze dell’ordine». È Vibo Valentia la provincia del distretto della Corte d`appello di Catanzaro che si aggiudica il primato degli omicidi volontari. «Sono sempre allarmanti – afferma Migliaccio – i dati relativi agli omicidi volontari. Il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, in particolare, ha segnalato che ancora una volta si mantiene elevatissimo il numero dei fatti di sangue che caratterizzano in negativo il circondario di Vibo Valentia. Il dato quantitativo, ben 32 fra omicidi volontari, tentati o consumati, conferma quelli degli anni precedenti, che rendono, anche tenuto conto dei numerosissimi procedimenti per reati ai danni delle persone, il circondario di Vibo Valentia come il più insanguinato dell`intera Calabria».
«Accanto alla tipologia degli omicidi mafiosi – ha aggiunto – si collocano tutti quei numerosissimi fatti di sangue collocabili all`interno dei conflitti interpersonali. Tali reati riflettono una società in cui e ancora endemica la violenza interpersonale, come strumento di soluzione di conflitti». Il territorio di Catanzaro, secondo il presidente «è caratterizzato prevalentemente dalla presenza di associazioni costituite da soggetti di etnia rom che hanno il sostanziale monopolio del traffico di sostanze stupefacenti». Più complessa la situazione dei rapporti tra le province di Catanzaro e Crotone. In questa area il presidente Migliaccio ha ricordato gli intrecci delle consorterie criminali, partendo proprio dai rapporti e dai ruoli dei soggetti di etnia rom, fino a sostenere che si sta «realizzando una significativa influenza nell’area delle cosche di mafia della zona crotonese, tradizionalmente influenti anche nella zona della Presila catanzarese, in quella compresa nella zona ionica a nord della provincia di Catanzaro, al confine della provincia di Crotone fino ad estendersi nei territori limitrofi di quest’ultima provincia».
Nella sua relazione il presidente della Corte di Appello ha voluto sottolineare come sia «grave e allarmante» la situazione igienico-sanitaria nelle carceri del distretto. «Negli otto istituti del distretto – ha spiegato – sono detenute 2.168 persone, con una percentuale di sovraffollamento pari al 53% a Castrovillari; 158% a Catanzaro; 5% a Paola; 58% a Cosenza; 157% a Lamezia Terme; 91% a Rossano; 104% a Vibo Valentia; per un totale medio complessivo del 78%. I ristretti della casa circondariale di Catanzaro continuano a lamentare le condizioni di disagio per sovraffollamento e per le precarie condizioni igieniche. Al sovraffollamento è conseguita, peraltro – ha detto ancora Migliaccio – l`impossibilità di collocare adeguatamente detenuti che andrebbero ospitati in cella singola o isolati per motivi di salute. Situazione che ha dato luogo, fra l`altro, a un suicidio e vari scioperi della fame».
Forte l`appello del procuratore generale, Santi Consolo, per far ottenere al distretto più mezzi e risorse. Forte dissenso è stato espresso dal pg per la proposta ministeriale della riforma delle piante organiche. «La `ndrangheta non è un problema locale ma nazionale ma è sempre in Calabria che trova i suoi collegamenti perché è qui che ci sono i legami di sangue. È per questo motivo che è necessario garantire un adeguato numero di magistrati».